"L’ACQUA CIRCOLARE? È ALLUNGARE LA VITA A OGNI GOCCIA"

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SE CI FOSSE LA POSSIBILITÀ di percorrere le reti idriche gestite dal gruppo Hera, il secondo operatore nazionale nel servizio idrico integrato con 3,6 milioni di cittadini serviti, potremmo incamminarci in un viaggio intorno al mondo e avere ancora davanti a noi un po’ di strada da fare. Sì, perché se la circonferenza del nostro pianeta è di circa 40 mila km, le condotte dell’acquedotto e delle fognature curate dalla multiutility sfiorano le 54 mila. Un patrimonio che Hera gestisce sempre di più nell’ottica della sostenibilità e dell’economia circolare, concetto che spesso, in modo limitativo, si applica soprattutto al mondo dei rifiuti e loro riutilizzo. È Susanna Zucchelli (a destra), direttore acqua di Hera, ad accompagnarci alla scoperta di tutto ciò, perché il ciclo idrico è fondamentale per la vita di tutti noi, ma le reti sono invisibili perché sotto ai nostri piedi, così come gli indispensabili impianti di produzione, potabilizzazione e depurazione (sono circa 900 quelli principali) non sono sempre davanti ai nostri occhi.

Come interpreta Hera la circolarità nel servizio idrico?

"Consideriamo tutte le attività necessarie alla gestione dell’acqua, dalla captazione alla depurazione, passando per potabilizzazione, distribuzione e fognatura, e i suoi modelli di utilizzo come un circuito chiuso. Per allungare la vita di ogni goccia, assicurare un utilizzo sempre più virtuoso e consapevole di questa risorsa, preziosa e da preservare, e restituirla, infine, all’ambiente pulita e compatibile con l’ecosistema e funzionale alla rigenerazione stessa dei bacini acquiferi".

In che modo lo fate?

"Faccio l’esempio del riuso delle acque in uscita dai depuratori. Le acque reflue non devono più essere viste come un problema, ma possono diventare una risorsa per lo sviluppo sostenibile del territorio. Attraverso un accordo con Regione Emilia-Romagna, Arpae, Atersir e Consorzio Bonifica Renana, si recuperano le acque in uscita dall’impianto di depurazione di Bologna, che serve quasi un milione di persone, a beneficio dei canali cittadini Navile e Savena Abbandonato, garantendone la portata anche nei periodi siccitosi. In generale, il solo depuratore bolognese è in grado di recuperare 7,5 milioni di metri cubi d’acqua ogni anno, circa i consumi di una cittadina di 180 mila abitanti, da utilizzare per svariati usi, anche in agricoltura. I progetti di riuso, per contrastare le situazioni di scarsità idrica, sono replicabili e infatti li abbiamo già estesi, e lo faremo ulteriormente. In questo modo al 2024 potremo raggiungere un potenziale di riuso di 25 milioni di metri cubi di acqua, il 9% del volume delle acque reflue riutilizzabili sul totale".

E per quanto riguarda l’utilizzo dell’acqua potabile? Secondo le Nazioni Unite, entro il 2050 la domanda globale di acqua dolce supererà del 40% la sua stessa disponibilità.

"Il dato è allarmante e ognuno di noi può fare qualcosa, a partire dalla riduzione dei propri consumi. Noi lo stiamo facendo per quelli interni all’Azienda, ad esempio, che prevediamo di diminuire del 17% rispetto a quelli del 2017 entro i prossimi 4 anni. In questo senso, abbiamo intrapreso da tempo anche il percorso per la certificazione Aws - Alliance for Water Stewardship - dell’impianto di potabilizzazione in Val di Setta, che serve 34 Comuni della provincia di Bologna, tra cui il capoluogo. Si tratta del primo standard internazionale di utilizzo responsabile della risorsa idrica ed è il punto di riferimento mondiale in questo ambito. Il Gruppo sarebbe la prima utility del mondo ad ottenerla".

Questo vostro impegno si confronta con un consumo molto alto in Italia dell’acqua in bottiglia, circa 190 litri pro capite in Italia all’anno.

"L’Italia è il terzo paese al mondo per consumo di acqua in bottiglia e ogni minuto sul pianeta viene venduto un milione di bottiglie di plastica. Un’abitudine che contrasta con il fatto che l’acqua del rubinetto è sicura, grazie anche alle quasi 3 mila analisi svolte ogni giorno lungo tutta la nostra filiera dell’acqua potabile e all’introduzione di tecnologie sempre più all’avanguardia, ed ecologica, basta pensare che i nostri clienti che la bevono evitano il consumo di 300 milioni di bottiglie di plastica. Sicuramente la strada da percorrere è ancora lunga e noi ci stiamo impegnando per coinvolgere sempre di più i cittadini. Un esempio è il Diario dei consumi, uno strumento gratuito grazie al quale i clienti possono verificare i propri consumi idrici per agire sui comportamenti, ottenendo maggior risparmio in bolletta e un impatto positivo sull’ambiente. Il progetto è condotto in collaborazione con il Politecnico di Milano, vede finora coinvolte oltre 145 mila utenze domestiche e gradualmente comprenderà tutti i clienti che abbiano fornito all’azienda un proprio indirizzo mail".