Iveco: 3,5 miliardi per il futuro di 2.700 operai

Brescia, lo stabilimento dei camion e il gruppo Cnh corteggiato dai cinesi di Faw. Entro la settimana l’offerta

Iveco

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Brescia -  Iveco, una partita a scacchi che vale 3,5 miliardi di euro. Sarebbe questo il prezzo che i cinesi di Faw sarebbero pronti a sborsare per portarsi a casa il gioiello entro la fine di questa questa settimana, forse già per giovedì 15 aprile, l’offerta di Faw per Cnh, che controlla anche Iveco con il suo stabilimento bresciano da 2.700 operai. L’offerta punta anche alla quota di maggioranza di Fpt Industrial, la controllata del gruppo che produce sistemi di propulsione. Un’altro pezzo del patrimonio di casa Agnelli rimasto fuori dall’operazione di nascita di Stellantis con i francesi di Peugeot. L’offerta (che potrebbe fruttare agli azionisti 1,5 miliardi di dividendo extra) dovrebbe essere concretizzata entro la fine di questa questa settimana, forse già per domani. Cnh ha risentito delle voci totalizzando una crescita in Borsa che è arrivata alla soglia del 2%.

Ma il tema del futuro dei lavoratori del grande stabilimento bresciano e dei colleghi di Suzzara e Bolzano passa tutto nel campo della politica. Pochi giorni fa il governo aveva messo sul tavolo il cosiddetto “golden power“, il diritto di veto alla cessione di aziende considerate strategiche per la nazione. Lo aveva fatto su una piccola, ma importante, realtà lombarda attiva nel settore dei microporcessori. 

Ora, il rischio è che questo accada anche per Iveco. Non a caso l’operazione su Cnh punta a escludere dal perimetro delle attività da cedere quelle militari, visto che Iveco fornisce mezzi di elevata specializzazione alle forze armate, non solo italiane, oltre alla quota del 7% di Nikola. Ma la scelta di prudenza potrebbe non bastare perché il governo di Mario Draghi sta invece valutando l’ipotesi di estendere il potere di intervento dell’esecutivo anc he al settore automobilistico.