Barlassina, crisi IperDì e SuperDì: "Di Maio deve intervenire subito"

Interrogazione dei parlamentari della Lega al ministro del Lavoro

I punti vendita della catena SuperDì e IperDì hanno gli scaffali vuoti

I punti vendita della catena SuperDì e IperDì hanno gli scaffali vuoti

Monza, 24 ottobre 2018 - Sulal crisi dei supermercati SuperDì e IperDì dovrà esprimersi a breve anche il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio. Glielo chiedono, con un’interrogazione parlamentare diretta, i deputati della Lega Fabio Boniardi e Fabrizio Cecchetti, quest’ultimo vicepresidente del Gruppo Lega alla Camera dei Deputati. 

«Iniziative urgenti per tutelare lavoratori e imprese di fronte alla grave crisi della Nuova distribuzione SpA», è la richiesta concreta rivolta al ministro. «Come parlamentari del territorio, siamo molto preoccupati – sottolineano gli esponenti leghisti – per la gravità della situazione che i lavoratori ci hanno sottoposto. Secondo quanto riferiscono i parlamentari della Lega, «i punti vendita di Rho e Senago, ma anche quelli di Treviglio, Bregnano, Paderno Dugnano, Lodi, Porto Ceresio, Trezzano, Cesano Maderno, Barlassina, Robbio, Lomazzo e Novi Ligure, dovrebbero essere ceduti a un nuovo player del settore, tuttavia il loro destino in realtà è ancora tutto da definire». «Altro aspetto allarmante – aggiungono Boniardi e Cecchetti – è quello che riguarda il futuro sia delle aziende commerciali, che orbitano intorno alla galassia Gca, sia dei dipendenti della Nuova distribuzione SpA, di cui è stato dichiarato un esubero di circa un terzo. In totale, sono in ballo 1.045 dipendenti e dunque altrettante famiglie. Chiediamo al Mise risposte rapide e concrete». L’intervento del Ministero per lo sviluppo economico era già stato chiesto qualche settimana fa da Regione Lombardia, dopo che una delegazione di dipendenti era stata accolta nella sede del Pirellone (mentre alcune centinaia manifestavano davanti all’ingresso). 

Un primo incontro convocato dal Mise e in programma lo scorso 17 ottobre è stato annullato per l’indisponibilità dell’azienda a partecipare. È stato quindi deciso un rinvio di 2 settimane, con il nuovo appuntamento fissato per il 31 ottobre. Per quella data, lavoratori e sindacati si augurano che l’azienda si presenti al confronto con un piano chiaro per uscire dalla situazione di crisi che contiene aspetti paradossali, come la chiusura di tutti i punti vendita, nel frattempo completamente svuotati di merce attraverso operazioni di svendita, ma con i lavoratori ancora tutti ufficialmente attivi e tenuti a casa con la formula dell’«aspettativa retribuita» che cozza con la realtà di stipendi non pagati dal mese di agosto, dopo avere ricevuto solo il 40% di anticipo della mensilità di luglio.