Barlassina, protesta sotto casa dei proprietari della catena SuperDì

Manifestazione di 100 dipendenti degli 800 rimasti senza lavoro

Protesta lavoratori SuperDì

Protesta lavoratori SuperDì

Trezzano sul Naviglio, 10 ottobre 2018 - Sono partiti da uno dei tanti punti vendita svuotati e chiusi e hanno raggiunto a piedi la villa della famiglia proprietaria della catena Superdì. Clamorosa protesta, ieri pomeriggio, dei lavoratori dei supermercati Superdì e Iperdì, da tre mesi senza stipendio e ormai da diverse settimane anche senza lavoro, dopo la chiusura di tutti i 43 punti vendita distribuiti tra Lombardia e Piemonte

L’iniziativa è stata promossa dal sindacato di base Cub Sgb e ha visto la partecipazione di oltre 100 dei circa 800 lavoratori della catena, alle prese con una crisi di cui non si vede via d’uscita. Alle 13,30, provenienti un po’ da tutta la Lombardia, si sono dati appuntamento davanti al supermercato di via Longoni e qui, in corteo, hanno raggiunto la villa della famiglia Franchini, che dista alcune centinaia di metri. Giunti davanti all’abitazione, hanno urlato slogan di protesta e gettato volantini all’interno della proprietà, sperando che si facesse avanti qualcuno. Nessuno però è uscito dalla villa. Si sono affacciati alcuni vicini di casa, stupiti del clamore in questo quartiere residenziale solitamente molto silenzioso.

«Qui abitano la signora Mariella e la figlia Marilisa, mentre Marco vive a Seveso. Non li vediamo da un po’ di tempo», spiegano alcuni dei vicini. I lavoratori hanno sostato qualche minuto davanti alla casa per poi rimettersi in marcia verso la Nazionale dei Giovi e da qui camminare in direzione di Lentate sul Seveso, sede di un altro punto vendita della catena, che è stato tra i primi a chiudere. Risaliti in macchina, i partecipanti al corteo hanno raggiunto poi il maneggio Groane situato a Misinto, zona Sant’Andrea, la cui proprietà è riconducibile alla famiglia Franchini. Anche qui non hanno trovato nessuno della famiglia e si sono limitati a una sosta con slogan contro la proprietà della catena e la totale mancanza di certezza.

«La situazione diventa sempre più grave per le scelte scellerate della direzione», scrivono i sindacati. «Questi lavoratori hanno ricevuto a settembre il 40% dello stipendio di luglio e poi più nulla. Hanno lavorato fino a metà settembre per svuotare i supermercati e ora sono ufficialmente in aspettativa retribuita», dice Giovanni Cippo coordinatore nazionale Cub Sgb. «Il 19 ottobre ci sarà un nuovo incontro al Mise con l’obiettivo di ottenere una cassa integrazione straordinaria, cercando di tenere legati i lavoratori all’azienda, altrimenti si farà il gioco della proprietà, che potrà vendere magaz