Crisi Superdì e Iperdì, negozi in vendita e 113 esuberi

La proprietà sarebbe vicina alla cessione di alcuni supermercati

Protesta dei lavoratori della catena di supermercati

Protesta dei lavoratori della catena di supermercati

Barlassina (Monza Brianza), 2 novembre 2018 - Qualche spiraglio ma ancora tante incognite sul futuro dei supermercati SuperDì e IperDì e, soprattutto, dei suoi lavoratori: per 113 di loro si concretizza lo spettro degli esuberi. Se è vero che la Cassa integrazione è ormai cosa fatta e lunedì si saprà se avrà effetto retroattivo e durata di un anno, ci sono ancora elementi di forte preoccupazione per gli 800 dipendenti della catena di supermercati fondata dalla famiglia Franchini, che dalla Brianza negli anni si è allargata in diverse province della Lombardia, in Piemonte e in Liguria, fino a contare complessivamente 43 punti vendita.

Nell'incontro di mercoledì pomeriggio al Ministero dello Sviluppo Economico a Roma, i sindacati hanno potuto incontrare per la prima volta la proprietà, oltre ai vertici amministrativi e i consulenti a cui sono state affidate le pratiche per l’uscita dalla situazione di crisi. In particolare, come riferito da Gildo Comerci di Fisascat Cisl, l’avvocato Riva ha comunicato l’avvio della procedura ex art.47/428 (affitto con vincolo di acquisto del ramo d’azienda) per 12 punti vendita. Di questi, per i primi 4, ovvero Robbio, Barlassina, Novi Ligure e Lomazzo, la trattativa sarebbe ormai a un passo dalla firma e la loro destinazione è il marchio Famila. Per altri 8 punti vendita le cose sarebbero a buon punto con un altro marchio e si tratta dei punti vendita di Pavia, San Colombano, Cornate, Antegnate, Bregnano, Treviglio, Cogliate e Rho.  Ancora nulla di certo invece per i tre quarti dei punti vendita, per i quali peraltro sono comunque in corso delle trattative. In particolare l’azienda starebbe trattando con tre diversi Player commerciali del settore per vendite a gruppi di sei punti vendita ciascuno. Mentre altri 8 punti vendita sarebbero sul mercato a gruppi di 4. Tra i punti dal destino ancora incerto c’è l’Iperdì di Cesano Maderno.

«L’azienda - spiega Comerci - ha comunicato che non è nelle condizioni di pagare le mensilità di agosto e settembre e che la proposta sua è quella di farle pagare all’acquirente al momento dell’acquisto, dopo un anno di affitto. Al perfezionamento delle prime dodici cessioni indicate, l’azienda chiederà l’ammissione al concordato preventivo».

Il piano di cessioni lascia alcuni punti vendita scoperti, con una previsione complessiva di 113 esuberi. Lunedì prossimo, di nuovo a Roma, al Ministero del Lavoro ci sarà un nuovo incontro nel corso del quale si dovrà definire l’accordo per la cassa integrazione straordinaria senza possibilità di anticipo da parte dell’azienda: questo significa che i lavoratori dovranno attendere da 40 a 60 giorni per vedere i primi assegni.