WALL STREET SCOMMETTE SULLA TRANSIZIONE ECOLOGICA

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È PRONTO da mesi e ha già conquistato le prime pagine di molti giornali, ma deve ancora passare sotto le forche caudine del Congresso americano. È l’American Jobs Plan, cioè il piano di misure con cui il presidente Joe Biden (nella foto) intende rilanciare l’economia e l’occupazione, soprattutto attraverso la transizione ecologica degli Stati Uniti. Di questo tema si sono occupati gli analisti di molte case d’investimento, cercando di capire gli effetti che i provvedimenti della Casa Bianca avranno sui mercati finanziari, nel breve termine ma soprattutto nel medio e lungo periodo. Tutti gli osservatori del mercato, però, hanno messo in evidenza un punto: prima di cantare vittoria, Biden deve vedersela con l’opposizione repubblicana alla Camera e al Senato, che certo gli darà del filo da torcere. "Ci aspettiamo che questi pacchetti vengano approvati prima della fine dell’anno", ha scritto Katie Deal, analista della casa d’investimenti americana T. Rowe Price, sottolineando però che "alcune proposte verranno rese probabilmente più moderate".

Questo aspetto è stato messo in evidenza più di recente anche da Natalia Luna e Brian Aronson, analisti della casa d’investimenti internazionale Columbia Threadneedle Investments. "È altamente probabile che alcune delle disposizioni non vengano approvate o siano modificate", sostengono Luna e Arionson i quali, tuttavia, ritengono che il piano di Biden rappresenti comunque "un netto cambiamento rispetto alle politiche dell’amministrazione precedente" e che, se attuato, porterà a una "ecologizzazione" dell’energia, dei trasporti e degli edifici statunitensi. L’American Jobs Plan contiene infatti misure che valgono nel complesso 2.250 miliardi di dollari. Dunque, per gli analisti di Columbia Threadneedle, "l’approvazione del piano avrà implicazioni positive per la crescita a lungo termine dei settori che contribuiranno alla decarbonizzazione dell’economia americana, anche qualora vi fossero compromessi per ottenere il consenso del Congresso".

Ma quali sono i settori che ne trarranno maggiore vantaggio? Per Deal di T. Rowe Price, "tra i beneficiari di queste misure potrebbero esservi le utility, le società della catena di approvvigionamento per i veicoli elettrici, i venditori di impianti di produzione per i semiconduttori e le società industriali i cui prodotti promuovono l’efficienza energetica e la transizione verso fonti pulite". Il piano di Biden punta infatti molto sulla generazione di elettricità a zero emissioni di carbonio entro il 2035, come promesso dal presidente in campagna elettorale. Per raggiungere l’obiettivo ci saranno incentivi fiscali molto generosi per le energie rinnovabili e la cattura e lo stoccaggio del carbonio, oltre a 100 miliardi di dollari di investimenti per il miglioramento delle infrastrutture energetiche. La transizione verso l’energia pulita potrebbe inoltre accelerare grazie alla proposta di un’estensione a 10 anni per i crediti fiscali destinati all’eolico, al solare e alle pile a combustibile. La proposta, secondo gli analisti, consentirebbe agli sviluppatori di nuovi progetti di energia rinnovabile di realizzare immediatamente il valore in contanti dei crediti fiscali, il che aiuterebbe i loro flussi di cassa.

Oltre alle utility e ai produttori di energia pulita, Luna e Aronson di Columbia Threadneedle ritengono che il programma di investimento rappresenti un fattore di sviluppo positivo per i costruttori di apparecchiature elettriche, così come per alcune società di ingegneria e del comparto edile. Senza dimenticare le società con un business legato alla lavorazione e all’utilizzo del litio, componente fondamentale delle batterie elettriche. Secondo le stime di Columbia Threadneedle, infatti, la combinazione delle misure contenute nell’ American Jobs Plan faranno salire del 15-30% la domanda annuale di litio tra il 2021 e il 2025. Ovviamente, non tutti i settori saranno avvantaggiati dalle riforme della Casa Bianca: "Il piano di Biden – sottolineano gli analisti di Columbia Threadneedle – eliminerebbe i sussidi ai combustibili fossili per le società del comparto del petrolio e del gas, ma non era certo una sorpresa".