INVESTIMENTI GREEN, ITALIANI PRONTI

CRESCE L’ATTENZIONE per la finanza sostenibile ed oltre la metà degli italiani, e ancora di più tra i giovani, è ormai disposta a metterci il portafoglio. A patto però che la sostenibilità sia in qualche modo certificata con regole precise per evitare il green washing. Sono queste alcune delle tendenze che emergono dalla secondo Rapporto Censis-Assogestioni presentato al Salone del Rispamio. Tendenze d’altronde già certificate dai numeri in crescita vertiginosa della finanza sostenibile: in Italia nel primo nel primo semestre del 2021 la raccolta netta promossa di fondi sostenibili ha raggiunto i 36,2 miliardi a fronte di una raccolta di 30,9 miliardi degli altri fondi aperti. Il trend è globale: nella prima metà del 2021 sono stati emessi oltre 294 miliardi di green bond in 49 Paesi e 29 valute. In dettaglio, secondo i dati dell’indagine il 63% degli italiani conosce gli strumenti Esg e il 52,5% sarebbe interessato a metterci soldi.

Anche per i consulenti finanziari gli investimenti responsabili attirano più di prima: secondo l’82,4% la clientela è molto o abbastanza interessata, il 76,9% nota una maggiore attenzione rispetto al periodo pre Covid-19 e il 68,3% li propone con più frequenza. Tra i diversi criteri di sostenibilità vince quello ambientale che per il 52,1% (il 62,9% tra i più ricchi) si conferma come il più importante, mentre solo il 26,2% indica il sociale e il 21,7% la governance. Gli italiani temono però il green washing. Per l’84,6% servono regole condivise a livello europeo e strumenti come l’adozione di marchi; ad esempio un bollino; con cui gli investitori possano identificare i prodotti finanziari green. L’80,8% (l’84,7% tra i benestanti, l’82,7% tra i laureati) introdurrebbe penalizzazioni per chi non rispetta le finalità indicate e la possibilità di recedere subito dall’investimento.

Anche per i consulenti finanziari occorre uno scatto in termini di autenticità e verificabilità creando a livello europeo un sistema di regole chiare con cui identificare i prodotti Esg (49,6%), attivando parametri (42,9%) e aumentando la trasparenza nelle informazioni e nei regolamenti (26,9%). "L’esigenza di introdurre sistemi di uscita immediata dall’investimento, nel caso in cui la sostenibilità del portafoglio si riveli di pura facciata, è un elemento di cui le Autorità di vigilanza devono tenere conto". ha affermato il Commissario Consob Paolo Ciocca.