CATTOLICA ASSICURA LA SOSTENIBILITÀ

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È UNO dei tre pilastri del piano strategico al 2023 di Cattolica presentato a febbraio dall’amministratore delegato Carlo Ferraresi. Stiamo parlando della sostenibilità, un tema che fa parte già da anni del Dna della compagnia di assicurazione che ha il suo quartier generale a Verona. Ed è diventato ancora più centrale al tempo della pandemia. Agritech, innovazione ed energia sono i binari green di Cattolica. Binari sui quali corre il presente e il futuro delle Tenute, 2mila ettari tra le province di Treviso e di Venezia, che rappresentano la più grande proprietà agricola a corpo unico di una compagnia di assicurazione italiana. Per chi si trova a Ca’ Tron, frazione del comune di Roncade, l’aeroporto internazionale di Venezia è davvero a un tiro di schioppo. Bastano circa 16 minuti di auto per percorrere i 17 chilometri che separano questo territorio immerso nel verde dallo scalo aereo tra i più trafficati d’Italia. A Ca’ Tron, però, di abitazioni residenziali ce ne sono poche. Gran parte del territorio, in questa zona strategica vicina alle vie di comunicazione, è infatti occupato da una delle tenute agricole a corpo unico più grandi d’Europa, cioè composta da una porzione continua di terreno non interrotta da strade, ferrovie, fiumi o altri fattori di discontinuità.

Cattolica l’ha comprata nel 2012 da Fondazione Cassamarca e l’ha poi ampliata acquistando lotti contigui, fino ad arrivare alla bellezza di circa 2mila ettari di superficie gestiti direttamente dalla proprietà. È qui che, a settembre dello scorso anno, H-Farm ha inaugurato il proprio campus, il più grande e importante polo di innovazione a livello europeo, destinato a segnare il passo nel settore dell’educational. Per Cattolica le Tenute sono uno degli asset più importanti, gestite attraverso due società controllate: Cattolica Agricola e Cattolica Beni Immobili. A distanza di quasi 10 anni dall’acquisto, oltre a espanderne la superficie, la compagnia ha eseguito diversi interventi di miglioramento fondiario e di valorizzazione del territorio, per accrescere la qualità dei raccolti e la sostenibilità ambientale complessiva dell’area. Le Tenute sono state individuate come il fiore all’occhiello dell’azione sostenibile della società, con l’obiettivo di incrementarne la redditività e rafforzarne le strategie ESG. In particolare, è stato messo in cantiere un piano strategico che si muove su diversi binari. Il primo è quello più strettamente legato alla terra con lo sviluppo sostenibile delle attività agrarie attraverso la coltivazione mirata (o precision farming, per dirla all’inglese). Si tratta di una modalità avanzata di sfruttamento dei terreni che ha lo scopo di migliorare la qualità del raccolto e la produttività delle superfici attraverso l’utilizzo dei dati che vengono raccolti, elaborati, analizzati e combinati con altre informazioni. Il risultato è per esempio un utilizzo ottimale dei fertilizzanti e delle quantità di acqua per le irrigazioni o un controllo attento sulla resa delle sementi con dispositivi avanzati come trattori a guida autonoma, sensori e stazioni meteo per la valutazione degli impatti metereologici.

Ma l’agricoltura non è e non sarà l’unica attività che si svolge nelle Tenute di Cattolica. Un altro asse portante del piano di sviluppo è la creazione di un centro europeo per la cura, la ricerca, la formazione e gli studi sulle neuroscienze e per la neuroriabilitazione in collaborazione con player di livello internazionale. Infine, il terzo binario su cui si muoverà il piano strategico è la realizzazione di un impianto per la produzione di biometano, carburante verde alimentato da matrici agricole. Sarà dunque un impianto (tra i pochi esistenti nell’Unione Europea) che ricaverà energia dai campi e dai loro raccolti. L’operazione sarà effettuata con l’ausilio di partner specializzati e ha l’obiettivo di produrre fertilizzante organico e commercializzare gas sul mercato (anche per i trasporti e la mobilità sostenibile), con un contenimento dei costi e l’assorbimento di anidride carbonica. Un vero e proprio ciclo virtuoso perché punta a produrre un primo raccolto dedicato al "food fatto bene" e un secondo raccolto destinato invece alla produzione di biometano. Gli scarti di produzione saranno infatti trasformati in fertilizzante organico che andrà a sostituire quello chimico attualmente in uso. Un progetto che strizza l’occhio al Recovery Plan dell’Unione Europea.