Intelligenza artificiale e futuro: "Non ruberà il lavoro, aiuterà le imprese"

Intervista a Jacopo Moschini, presidente Giovani Imprenditori Lombardia, che racconta opportunità e sfide della tecnologia in ambito industriale, occupazionale e produttivo

Jacopo Moschini, presidente Giovani Imprenditori Lombardia

Jacopo Moschini, presidente Giovani Imprenditori Lombardia

Milano - I robot ruberanno il lavoro” è stato per lungo tempo, una minaccia “neo-luddista” che ha popolato talk show e dibattito politico. A distanza di qualche anno, nell’immaginario collettivo, la robotica è stata superata dal concetto di intelligenza artificiale, come attività di macchine che possono imparare un processo produttivo e, potenzialmente, accelerarlo, o renderlo più preciso. L’intelligenza artificiale, secondo un recente report di Confindustria Lombardia, non è però temuta dalla maggior parte delle aziende, in particolare le PMI, che vedono la tecnologia come strategica per il futuro. Per comprendere opportunità e sfide della tecnologia in ambito industriale, occupazionale e produttivo, Il Giorno ha intervistato Jacopo Moschini, presidente dei Giovani Imprenditori Lombardia.

L’intelligenza artificiale è ora realtà nelle aziende: che tipo di implementazioni pratiche potrebbero essere generate e in quali settori? "Lo studio effettuato dal Digital Innovation Hub Lombardia e da Confindustria Lombardia con il supporto di Regione Lombardia, ha evidenziato che le imprese lombarde stanno già adottando soluzioni di intelligenza artificiale. Le applicazioni sono potenzialmente infinite ma attualmente l’IA viene utilizzata maggiormente per personalizzare i prodotti, migliorare l’efficienza organizzativa delle aziende e per condividere informazioni con l’intera filiera produttiva. Per fare un paio di esempi pratici, l’Intelligenza artificiale consente di effettuare la manutenzione predittiva individuando il tempo residuo prima di un guasto o di utilizzare la Realtà aumentata per le attività formative".

Quali settori hanno abbracciato per primi le trasformazioni digitali e quali hanno ancora davanti questa sfida? "Tra i settori più avanti nell’adozione dell’Intelligenza artificiale ci sono l’automotive, la meccatronica, l’energy: nel campo dell’edilizia, delle life sciences e dell’alimentare invece la diffusione dell’IA è ancora indietro. Il Report ha però evidenziato che in Lombardia c’è un orientamento trasversale verso l’Intelligenza artificiale senza sostanziali differenze tra piccole, medie e grandi imprese". Si dice spesso che “i robot ruberanno il lavoro”. Che tipo di impatto avrà l’intelligenza artificiale sul lavoro? "Questo dilemma credo si sia ripresentato nel corso della storia in occasione di ogni salto tecnologico-innovativo epocale e di tutte le rivoluzioni industriali. Concentrandoci solo sugli ultimi decenni, se avessimo dato ascolto agli allarmisti computer e internet avrebbero dovuto rimpiazzare il lavoro dell’uomo, ma ciò non è successo anzi questi progressi hanno velocizzato e semplificato il lavoro delle persone aumentando la conoscenza e la capacità di diffusione e trasferimento delle informazioni. Il fattore umano è sempre al centro dei grandi cambiamenti e spesso, come sta avvenendo con l’Intelligenza artificiale, è fondamentale per gestirne i processi". Quale ruolo dovrebbe avere la scuola e la formazione? "Partire dai dati per individuare soluzioni: ad esempio, il 38% dei profili ricercati dalle imprese risulta introvabile o di difficile reperibilità. Il gap di competenze ha radici molto profonde che nessuna riforma del sistema formativo o del mercato del lavoro ha saputo attenuare in maniera efficace. Questa carenza colpisce sia i giovani, formati per professioni che non esistono, costretti a emigrare all’estero, sia la competitività delle imprese italiane, in quanto la mancanza di professionalità adeguate colpisce a tutti i livelli e in tutti i settori". Come si può risolvere il problema del mismatch tra offerta di lavoro e giovani formati? "L’esigenza è quella di avere strumenti universali - a partire da un’offerta formativa adeguata alle esigenze del mercato del lavoro e flessibile nella propria programmazione - che vadano a supportare l’occupabilità delle persone e a ridurre la propensione all’inattività che caratterizza una larga fetta di giovani". Le transizioni ecologica e digitale cambieranno i posti di lavoro? "Queste transizioni stanno facendo scomparire determinate figure professionali, ma da qui a pochi anni le stesse spinte innovative faranno nascere professionalità che oggi ancora non esistono. In questo contesto, il ruolo degli Istituti Tecnici Superiori sarà cruciale: grazie alla capacità di adattare la propria offerta formativa e alla vicinanza al mondo produttivo gli ITS rappresenteranno sempre di più la risposta ai fabbisogni di innovazione e trasferimento tecnologico delle imprese". La pandemia e la guerra in Ucraina che impatto avranno sull’automazione e sui mercati? "Se la pandemia poteva aver avuto un ruolo di acceleratore nei confronti dell’adozione di soluzioni automatizzate, la guerra tra Ucraina e Russia rischia invece di rallentare se non addirittura paralizzare l’industria. I due paesi in conflitto, infatti, rappresentano per le imprese lombarde due importanti mercati per l’interscambio di molte filiere: metallurgia, chimica, meccanica, agricoltura, tessile. L’auspicio principale però, condiviso dal Comitato Giovani Imprenditori di Confindustria Lombardia, è che il conflitto termini al più presto mettendo fine alle ingiuste e drammatiche sofferenze subite dalle popolazioni coinvolte".