INSUR-TECH, LE POLIZZE DELLA VITA DIGITALE

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IL MONDO delle assicurazioni non è escluso dalle metamorfosi e dalle accelerazioni provocate dalla pandemia. Già in era ante-Covid, l’intreccio con la tecnologia – in gergo, insurtech – aveva rivoluzionato il settore assicurativo: uso strategico dei big data, monitoraggio dei veicoli, raccolta di informazioni meteo per prevedere fenomeni atmosferici, passando ovviamente per la stipula dei contratti in digitale e la scrittura di parti di essi con strumenti di intelligenza artificiale. Poi la tempesta del Covid e l’obbligo di restare distanti, a volte chiusi in casa, ha messo il turbo agli strumenti per proteggersi dai rischi informatici.

"Smartworking, didattica a distanza, consegne a domicilio ci hanno salvato, ma più la vita si sposta online, più aumentano i pericoli", dice Daniela D’Andrea, ceo della branch italiana di Swiss Re. Il colosso elvetico della riassicurazione è da tempo in prima linea nello sviluppo di soluzioni in grado di coniugare protezione assicurativa e tecnologia, e ultimamente ha acceso un focus proprio sulla protezione dal rischio informatico, dai furti di dati ai ricatti degli hacker. Una protezione tanto più necessaria adesso, visto che le attività online sono diventate imprescindibili anche per le piccole aziende, oltre che per i singoli individui, ma contestualmente gli attacchi informatici sono schizzati alle stelle (+246% nel 2020, secondo i dati della Polizia Postale).

"Le imprese erano consapevoli dei rischi cyber già in era ante-Covid, e ora lo sono ancora di più, ma non sempre hanno adottato gli strumenti idonei – spiega D’Andrea – ma l’insurtech offre ottime soluzioni, in questo come in altri settori. Per esempio, in Italia abbiamo sviluppato dei sistemi di raccolta e monitoraggio dei dati sulla circolazione degli autoveicoli che sono all’avanguardia rispetto al resto del mondo". Se davvero entro cinque anni il mercato globale delle autovetture nativamente connesse è destinato a raddoppiare fino ad arrivare a quota 270 milioni di esemplari, è evidente che poter unire i dati e metterli a sistema diventa fondamentale per stimare e prevedere i rischi. Anche grazie al contributo dei suoi uffici italiani, Swiss Re ha sviluppato l’ADAS risk-score che rielabora le informazioni raccolte dai sistemi avanzati di guida installati per disegnare una mappa dei pericoli. "Abbiamo siglato accordi con Toyota e gruppo Bmw – rivela D’Andrea – a dimostrazione che stiamo andando avanti e che intendiamo continuare su questa strada, perché questo permetterà agli assicuratori di avere profili di rischio più definiti. Questi sistemi, inoltre, aiutano a ridurre gli incidenti e le loro gravità". Oltre alla possibilità di rendere più veloci e trasparenti i rimborsi in caso di sinistro.

Ovviamente l’insurtech non finisce qui. C’è tutto il mondo delle app, che rivoluziona il rapporto tra compagnie e assicurati. Come tante start up che offrono innovazioni di ogni tipo, l’integrazione con la blockchain e molto altro. Per Swiss Re, il cui motto è "rendere il mondo più resiliente", un’attenzione particolare è da sempre dedicata alle catastrofi naturali. Incrociando i dati delle stazioni meteorologiche di tutto il mondo, per esempio, si può avere un quadro più completo dei rischi di alluvione. Insomma l’uso dei big data permette stime più predittive e meno storiche. Anche questo è ormai materiale per gli assicuratori. Anzi, per gli assicuratori-tech.