SE UN TEMPO la sostenibilità era una scelta virtuosa di alcune aziende che decidevano di dedicare fondi ad attività di salvaguardia ambientale o di riparazione per i disagi causati dal loro operato, oggi è diventata una necessità per garantire a tutti gli stakeholder – a cominciare dai fondi etici, che sono ormai una realtà consolidata – l’affidabilità di un’azienda e la sua capacità di competere sui mercati. In tale scenario Open Fiber ha scelto di rendere pubblico il suo primo Report di Sostenibilità. Innovazione, creazione di valore condiviso, tutela dell’ambiente, attenzione alle persone e alle comunità. Questi i pilastri del documento in cui la società leader in Italia nella fibra ottica FTTH mette nero su bianco l’approccio aziendale al tema della sostenibilità nelle sue declinazioni ambientale, economica e sociale. "Open Fiber ha compiuto quattro anni e una volta finita la fase di startup ci siamo concentrati su uno dei temi fondamentali per noi – spiega l’ad Elisabetta Ripa –. La sostenibilità è al centro del nostro progetto non solo dal punto di vista ambientale, ma anche per quanto riguarda la creazione di valore per i territori in cui operiamo. Oggi più che mai c’è bisogno di una rete ultraveloce e stabile per poter lavorare, studiare e rimanere in contatto con gli affetti da remoto. Per il post-emergenza la chiave sarà fornire a tutti la possibilità di accedere a servizi tecnologicamente avanzati. Open Fiber sta facendo la sua parte nelle grandi città, nei piccoli borghi e anche in quei comuni finora completamente privi di accesso a Internet, le cosiddette aree bianchissime". Dal punto di vista ambientale, – stando ai dati contenuti nel Rapporto, verificato da società di revisione – emerge come il 40% dell’energia utilizzata da Open Fiber provenga da fonti rinnovabili e l’intensità energetica sia stata ridotta del 10% rispetto ...
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