"IL RECOVERY SPINGA SULL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE"

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L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE è il ‘cervello’ che muove già buona parte dei nostri comportamenti. E lo farà sempre di più e in modo sempre più sofisticato. Scenario che implica rischi, ma anche opportunità di crescita. Difficile che il Recovery Plan possa non tenerne conto. "Il grande sforzo di investimento previsto dal Pnrr costituisce un’opportunità unica sia per rilanciare, in modo efficace e coordinato, lo sviluppo della IA a livello nazionale, sia per promuovere l’applicazione dell’IA nelle sue diverse forme utilizzandola come leva moltiplicativa dell’impatto dell’azione del Pnrr", è l’auspicio contenuto nel White Paper di Anitec-Assinform sottoscritto dal Tavolo cui aderiscono Accenture, Algowatt, Avaya, Cisco Systems, Corvallis, Digital Magics, Eustema, Exprivia, Facebook, Farmalabor, Google, Gpi Infocamere, Leonardo, Liguria Digitale, Maxfone, Microsoft, Nokia, Oracle, Reply e Tim. "Una leva che affianca le risorse umane – sostiene il Libro bianco – e non una forza in contrapposizione all’elemento umano". Per arrivare al traguardo Anitec-Assinform danno indicazioni di rotta, alcune particolarmente significative come la proposta di un piano di incentivi o di defiscalizzazione – ma anche un mix tra le due misure possibli – per progetti aziendal di Intelligenza artificiale sul 2022 e 2023. Misure analoghe, insomma, a quelle varate negli anni scorsi con i beni strumentali. Un altro pilastro, va da sé, non può che essere nella formazione in due direzioni: la prima, non certo una novità, vive nel preparare le generazioni future "promuovendo le aree Stem, dall’Its alle università". La seconda direzione è meno sotto i riflettori ma non meno importante: riqualificare la forza lavoro "per non lasciare che il tema dell’intelligenza artificiale venga trattato da persone non competenti", il che porterebbe a una banalizzazioe che metterebbe a rischio il passaggio alla fase esecutivo. La terza conclusione a cui giunge il White paper riguarda la pubblica amministrazione e, in particolare, la Sanità. "Oggi ci sono diverse esperienze di successo locali. Sarebbe utile un marketplace dedicato alle soluzioni di AI per Pa e Sanità con un meccanismo di acquisto non basato sul costo della soluzione, ma sul potenziale risparmio".

Ne può valere la pena? Le principali società di consulenza stimano l’impatto dell’Intelligenza Artificiale sul Pil: per PwC l’impatto economico dell’AI sul Pil mondiale sarà pari al 26% al 2030, per un totale di 15.700 miliardi di dollari. McKinsey stima a livello europeo una crescita del 19% del Pil attribuibile all’IA per un totale di 2.700 miliardi di euro. "In queste stime – denuncia il LIbro Bianco di Anitec - Assinform – l’Italia si trova indietro con una attesa di impatto del 13% sul Pil per 228 miliardi di euro al 2030". C’è spazio per migliorare, lo scorso anno il mercato dell’Intelligenza Artificiale in Unione Europea è stato stimato in 5 miliardi di dollari. Secondo Net Consulting Cube, quello italiano era stimato in 241 milioni di euro con una crescita del 12% sul 2019 mentre la previsione di crescita media entro il 2022 è stimata sul 27% attorno ai 390 milioni di euro.

Il tasto dolente, è che di Intelligenza Artificiale, nel Pnrr si parla con timidezza. "Mai come ora le possibilità offerte oggi dalla tecnologia Ia possono essere alla portata della Piccola e Media Impresa. Occorre cogliere le opportunità offerte dal Pnrr sul fronte della digitalizzazione per rafforzare l’intero contesto produttivo italiano" ha rilevato il presidente di Anitec – Assinform, Marco Gay, presentando il White Paper. "Le nuove tecnologie – ha osservato Gay – possono aiutare il recupero di produttività e competitività per rendere concreta la crescita del nostro Made in Italy, integrando il mondo dei servizi con una manifattura di assoluta eccellenza mondiale". Le stelle, del resto, non stanno a guardare: la Cina ha inserito l’Intelligenza Artificiale tra le 7 infrastrutture su cui far convergere i finanziamenti in questa decade. Gli Usa hanno lanciato una iniziativa nazionale – National AI Initiative Act 2020 – direttamente dipendente dalla Casa BIanca. Il Giappone ha inserito l’AI come parte della Integrated Innovation Strategy, così come la Corea del Sud. E l’Europa? Sta facendo la propria parte e un ruolo importante può giocarlo anche l’Italia, che – oltre a un’ecosistema di startup di livello internazionale, come insegna il caso Depop – sarà, con l’arrivo del Centro Meteo al Tecnopolo di Bologna, la capitale europea dei Big Data. A livello europeo l’iniziativa Gaia-X si propone di stimolare lo sviluppo di spazi dati – coinvoglendo singole aziende e pubbliche amminsitrazioni – fornendo un’architettura che "consenta la federazione e quindi la sinergia tra dati e applicationi. "Il Governo tedesco – è scritto nel White Paper – sta investendo attraverso bandi e finanziamenti per oltre 150 milioni di euro con contributi dal 50 all’80% per stimolare le aziende. Una misura analoga dovrebbe essere introdotta dal governo italiano che, però, finora ha stanziato solo 13 milioni di euro per tutto il comparto IA e blockchain".