"IL DIGITALE FA BENE A IMPRESE, RIPRESA E AMBIENTE"

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PIÙ PRODUTTIVITÀ e più sostenibilità con la digitalizzazione delle imprese. Perché lo sviluppo di una società competitiva e resiliente ha come determinanti principali una trasformazione digitale pervasiva e la crescita dei livelli di sostenibilità ambientale e sociale delle attività umane. Questi due paradigmi di sviluppo non solo si complementano all’interno di una visione di sviluppo largamente condivisa, ma si rafforzano vicendevolmente in un rapporto sinergico. È quanto emerge dallo studio "Digitalizzazione e sostenibilità per la ripresa dell’Italia", elaborato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Microsoft Italia. La ricerca aveva come obiettivo quello di indagare il contributo del digitale allo sviluppo sostenibile, identificandone gli ambiti di applicazione e quantificandone gli impatti sulle sue diverse componenti per l’Italia nel contesto della ripresa post Covid-19.

Gli effetti dell’emergenza sanitaria hanno fatto fare un salto quantico alla trasformazione digitale della società, delle aziende e delle pubbliche amministrazioni. Questo, oltre ad accelerare il processo di diffusione delle competenze informatiche, avrà sicuramente un effetto sulla diffusione di nuovi modelli lavorativi abilitati da strumenti digitali di collaborazione e maggiormente sostenibili rispetto ai modelli tradizionali sia sotto l’aspetto ambientale, sia sotto l’aspetto sociale. Da una survey condotta dal gruppo di lavoro di The European House - Ambrosetti su un campione di oltre 200 aziende, del resto, le nuove forme di lavoro a distanza (64% del campione) e di collaborazione (59%) sono, infatti, percepite come le principali leve attraverso cui il digitale può contribuire alla sostenibilità sociale. Sotto il profilo della sostenibilità economica, lo studio dimostra come le aziende digitalizzate ottengano un importante beneficio sulla produttività del lavoro rispetto alle aziende che non hanno ancora attuato percorsi di trasformazione digitale (+64% per le aziende italiane, rispetto ad un +49% per quelle europee).

Sotto il profilo della sostenibilità sociale, invece, si evidenzia come l’adozione di nuovi modelli di collaborazione sia la principale leva d’azione attraverso cui le aziende possono contribuire al benessere delle persone, all’inclusione sociale e all’inclusione dei territori. Per il 59% delle aziende far sì che il digitale contribuisca alla sostenibilità sociale significa efficientamento dei processi interni, per il 39,6% implica il rinnovamento dei propri prodotti e servizi in ottica sostenibile mentre il 5% esprime la necessità di competenze e figure professionali adeguate. Vero abilitatore del cambiamento in chiave sostenibile è però la presenza di una cultura aziendale orientata al digitale. A sostenerlo è il 42% delle aziende del campione; a seguire, la presenza di processi che permettano di sfruttare a pieno il digitale (24%) e delle giuste competenze per creare valore a partire dagli asset digitali in azienda (21,5%). Dalla ricerca emerge inoltre che oltre l’86% delle aziende dichiara di aver implementato o programmato misure per la sostenibilità abilitate dal digitale: diminuzione degli spostamenti (71,2%), dematerializzazione dei processi (68,4%), gestione più efficiente delle operations (50,9%) e incremento delle attività di monitoraggio (49,1%).

"La digitalizzazione è in grado di imprimere un impressionante recupero di produttività del lavoro del 64% per le imprese più digitalizzate, ma abilita le imprese a dare un importante contributo alla sostenibilità – spiega Valerio De Molli (in alto), managing partner & Ceo di The European House – Ambrosetti –. Sotto il profilo ambientale il nostro modello stima un contributo del digitale alla decarbonizzazione di 37 milioni di tonnellate di C02 annue pari al contributo incrementale delle energie rinnovabili tra il 2020 e il 2030 e pari al 10% delle emissioni al 2019". "Le tre grandi sfide per il rilancio del nostro Paese – sostenibilità, digitale e inclusione sociale – sono strettamente legate tra di loro e, investendo in maniera sinergica e strategica, possono creare un circolo virtuoso in grado di accelerare non solo la ripresa, ma l’evoluzione verso nuovi modelli di business e vita più sostenibili –, aggiunge Silvia Candiani (a sinistra, in alto), ad di Microsoft Italia –. Noi siamo al fianco delle organizzazioni pubbliche e private con soluzioni, risorse e competenze volte a favorire la crescita del loro business in maniera sostenibile, a creare ambienti di lavoro più flessibili produttivi e inclusivi, oltre a supportarle nel creare professionalità al servizio delle nuove sfide".

"Il contributo che la digitalizzazione può portare al raggiungimento della sostenibilità delle comunità e dei territori – conclude l’advisor scientifico dell’iniziativa Patrizia Lombardi (a sinistra, in basso), Prorettore del Politecnico di Torino – è da tempo al centro del dibattito scientifico e politico. Tuttavia, una specifica quantificazione dell’impatto che questa rivoluzione ha, o potrebbe avere, sul Paese, non era ancora stata realizzata. Uno dei principali pregi dello studio è proprio quello di aver portato alla evidenza pubblica questi dati, sottolineandone la forza e l’urgenza, nell’anno in cui l’Italia ha assunto la presidenza del G20 e il negoziato sul clima di COP26 rivedrà i target dei precedenti accordi realizzati a Parigi, affinché siano colte le opportunità offerte dagli attuali finanziamenti messi a disposizione dal Pnrr, in maniera responsabile e strategica".

Achille Perego