"ECCO LA ROAD MAP DI ENI VERSO L’ENERGIA FUTURA"

DOPO IL PICCO RAGGIUNTO nel 2019, le emissioni di CO2 sono diminuite l’anno scorso di alcuni punti percentuali per la pandemia e non in virtù di cambiamenti strutturali nel modo in cui produciamo e consumiamo energia. L’attesa ripresa economica post Covid sarà quindi un nuovo banco di prova per i progetti che dovranno accompagnare governi e individui in un percorso virtuoso di riduzione dei gas serra. Supportare e velocizzare la transizione verso il traguardo delle zero emissioni richiede però ingenti investimenti e stando ai dati elaborati dall’Irena, l’Agenzia internazionale per le fonti rinnovabili, per la completa decarbonizzazione del settore energetico serviranno da oggi al 2050 fino a 130 trilioni di dollari. Una cifra enorme, ma necessaria per garantire la penetrazione di soluzioni pulite in ogni settore, la massima efficienza delle reti di distribuzione, l’intensificazione dell’utilizzo di fonti rinnovabili (che dovrebbe quadruplicare entro il 2070) e l’adozione su larga scala di tecnologie ad elevato impatto sulle emissioni, oggi solo parzialmente mature e disponibili.

Rispetto agli obiettivi green già fissati al 2030 e al 2050 per la totale decarbonizzazione, come si sta muovendo una grande compagnia dell’energia come Eni?

"La mission di Eni, ispirata agli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (SDGs) – spiega l’ingegner Francesca Zarri (nella foto con, alle spalle, il ritratto di Enrico Mattei), Direttore Eni Tecnology, R&D e Digital – mostra il percorso di trasformazione che la società ha intrapreso non da oggi, ma da alcuni anni per affrontare la sfida principale del settore energetico: garantire a tutti l’accesso ad un’energia efficiente e sostenibile, riducendo al tempo stesso le emissioni climalteranti, al fine di contrastare il cambiamento climatico in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi".

I piani di Eni per la transizione energetica?

"In armonia con l’Agenda 2030 dell’Onu e gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, Eni ha stilato una road map che punta a raggiungere la carbon neutrality al 2050 con progressivo sviluppo del business delle energie rinnovabili, la cui produzione passerà dai 4 Gigawatt del 2024 ai 60 del 2050, Al contempo sempre più vettori energetici decarbonizzati come il biometano e i biocarburanti verranno prodotti dalle bio raffinerie a Gela e Venezia. Questi pochi esempi rendono evidente come il successo dipenda da un’ampia gamma di tecnologie, da integrare e da adattare alle circostanze specifiche del Paese o della realtà in cui si opera. L’innovazione e la tecnologia sono infatti fattori chiave per raggiungere i nostri ambiziosi obiettivi; grazie alle competenze delle nostre persone e alla conoscenza maturata da Eni in molti settori ingegneristici e scientifici il lavoro su tecnologie e processi innovativi può essere messo al servizio della sostenibilità del nostro business".

Qual è l’impegno in particolare nel campo della ricerca nelle energie rinnovabili?

"Eni sta sviluppando tecnologie innovative che possono essere facilmente integrate nelle attività tradizionali; una delle più importanti è ISWEC, acronimo di Inertial Sea Wave Energy Converter. Sviluppato insieme a uno spin-off del Politecnico di Torino, Wave for Energy, ISWEC è un sistema in grado di convertire l’energia delle onde del mare in energia elettrica, per renderla immediatamente disponibile per gli impianti off-shore (la prima installazione pilota è a Ravenna in prossimità della piattaforma PC80 di Eni ed è integrata con un impianto fotovoltaico) o per dare corrente alle comunità costiere o alle piccole isole non collegate alla rete elettrica nazionale. Una soluzione innovativa a elevato contenuto tecnologico e dal semplice funzionamento pensata per sfruttare quella che viene considerata la più grande fonte di energia rinnovabile inutilizzata del nostro pianeta: il moto ondoso".

Qual è il ruolo che occupa la digitalizzazione per questa soluzione?

"ISWEC (nella foto in basso nell’altra pagina) è un esempio di eccellenza anche sotto l’aspetto dell’applicazione delle nuove tecnologie: per ottimizzare il funzionamento del suo sistema giroscopico rispetto alle condizioni del mare, infatti, è necessario analizzare grandi quantità di dati provenienti da fonti diverse, da quelli meteo ai parametri di esercizio della macchina. Per rispondere a questa esigenza, Eni ha messo in campo i propri supercomputer HPC4 e HPC5 (nella foto nell’altra pagina) – High Performance Computing –, che insieme possono sviluppare una potenza di calcolo di picco di 70 Petaflop, vale a dire 70 milioni di miliardi di operazioni matematiche in un secondo".

Sempre a proposito di tecnologie quali sono quelle studiate e applicate per la decarbonizzazione e l’economia circolare?

"Un esempio concreto dell’impegno di Eni per rafforzare la sostenibilità dei propri prodotti è quello relativo alla produzione di biocarburanti; su questo tema in Eni la ricerca è al fianco del business per raggiungere l’obiettivo di rendere le proprie bioraffinerie "palm oil free" entro il 2023. Un altro esempio è il riciclo chimico della plastica che consente di recuperare anche quei rifiuti in plastica mista, come per esempio i cosiddetti imballaggi “multistrato” utilizzati per la conservazione e l’igiene degli alimenti, che oggi vengono inviati a termovalorizzazione e quindi portano ad emissione di CO2. Hoop, il cerchio, simbolo per eccellenza della circolarità, è il nome del progetto Versalis per lo sviluppo di una nuova tecnologia sostenibile di riciclo chimico per trasformare plastiche miste in nuova materia prima per produrre nuovi polimeri identici a quelli originali e idonei per qualsiasi applicazione, anche molto sfidante dal punto di vista igienico o della preservazione, come ad esempio l’ambito medicale e quello del food".