UN’ESTATE CON MSC CROCIERE NELLA BOLLA COVID FREE

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"IN POCO più di un anno la nave da crociera è passata dall’essere, nell’immaginario collettivo, il posto peggiore al mondo dove potersi trovare in piena pandemia a quello più sicuro. E solo grazie al nostro protocollo di sicurezza che consente di viaggiare all’interno di una ‘bolla’ Covid free". Lo rivendica con più di una punta d’orgoglio Leonardo Massa, Managing director di Msc Crociere, la compagnia della famiglia Aponte che ad agosto è stata l’unica al mondo a far ripartire una nave per scopi turistici, rimanendo fino a fine aprile la sola – con Grandiosa – in attività nel Mediterraneo. Dall’1 maggio a Grandiosa è stata affiancata Seaside, con un itinerario che introduce due nuovi scali mai battuti prima da Msc (Siracusa e Taranto, dove ci saranno tre lidi a uso esclusivo a Marina di Taranto) e, per quest’estate, la compagnia ha già lanciato la programmazione per 10 navi su una flotta attuale di 18, richiamando così in servizio circa il 50% della forza lavoro. I porti italiani raggiunti saranno 11 "in un’ottica di turismo di prossimità imposto dal Covid, ma che premia il nostro Paese con sei navi, una programmazione che porta clienti nel nostro Sud fino a novembre e dando la possibilità di imbarco e sbarco nel raggio di 250 chilometri", puntualizza Massa. Il tutto mantenendo il concetto di ‘bolla’ sia a bordo che a terra, un protocollo che alla compagnia, solo in termini di tamponi antigenici rapidi, costa circa 500mila euro a settimana per nave.

Un passo indietro. A marzo 2020, quando tutto il mondo si fermava, crociere comprese, Msc si è ritrovata a dover gestire in contemporanea il rientro nei Paesi d’origine di 80mila tra passeggeri ed equipaggi (30 la nazionalità in media a bordo), non senza intoppi. E costi. "Un settore che nel 2019 movimentava 30 milioni di passeggeri nel mondo e che per l’Italia valeva quell’anno 14 miliardi di euro di fatturato nella filiera, dall’alimentare alla cantieristica, era fermo – spiega Massa –. Ma fino a quando? Occorreva dare un segnale, dimostrare che un nuovo modello di turismo era possibile". Da qui gli interventi massicci soprattutto sugli impianti di aerazione. Poi, mesi di studio sul protocollo da adottare e da sottoporre al ministero. La soluzione per ripartire è stata la ‘nave bolla’: distanziamento, mascherine, obbligo prima di due e dalla terza ondata pandemica in poi di tre tamponi antigenici (entro le 96 ore dall’imbarco, all’imbarco e a metà crociera), misurazione quotidiana della temperatura, abolizione di tutti i servizi self service come buffet e dispenser di bibite liberi sostituiti dal servizio con personale dedicato; stop a sport di contatto e intrattenimenti non igienizzabili, uso di prodotti ospedalieri ovunque per la disinfezione dei locali; quarantena a bordo di 15 giorni per il personale che non può mai sbarcare a terra durante le soste. E poi ancora, la gestione delle escursioni in bolla: niente allontanamenti liberi per chi scende dalla nave ma solo percorsi su autobus, in negozi e ristoranti controllati da Msc, tamponi alle guide e tour all’aria aperta.

"La parte più complicata di tutto questo lavoro è stato capire come gestire i positivi, non il fatto di trovarne a bordo", ricorda Massa. Il protocollo della compagnia prevede infatti che, in caso di positività a bordo, si esegua un tampone molecolare, venga subito ricostruita la catena di contatti e isolati quelli stretti in una zona della nave dedicata grazie al tracciamento degli spostamenti ricostruibili con la tessera di cabina, telecamere e, su Grandiosa, con un braccialetto che registra i contatti superiori a 10 minuti. Finisce in isolamento anche il personale che si occupava della gestione della cabina del positivo e al primo porto utile è previsto lo sbarco, oltre all’accompagnamento protetto a casa in caso di necessità. Una polizza assicurativa copre poi ogni spesa sostenuta causa Covid prima, durante e fino a 14 giorni dopo il viaggio. Per rilanciare le crociere Msc – che non accede ai ristori avendo sede legale in Svizzera – ha avviato anche diverse campagne, come ad esempio per i lavoratori in smart working pacchetti settimanali con connessione veloce o, per quest’estate, settimane studio in lingua inglese per ragazzi tra i 10 e i 18 anni in collaborazione con Mla. Tutto questo ha consentito di portare a viaggiare su Grandiosa 65mila persone da agosto a oggi, riscontrando circa una sessantina di positivi a bordo in tutto. Numeri record, così come i costi sostenuti benché la compagnia sia abbottonata sulla perdita del 2020. Nel settore crociere il punto di pareggio viene raggiunto con il riempimento al 95% della nave: con imbarcazioni che attualmente non possono superare il 70% della capienza e che in alcune fasi hanno navigato anche con soli mille passeggeri a bordo su 5mila, l’ordine di grandezza del calo di fatturato è presto desumibile.

Perché farlo allora? "L’armatore ha il core business nel campo (i cargo Msc, leader per trasporto container, ndr) – spiega ancora Massa – e una visione di lungo periodo che guarda al posizionamento del brand". Insomma, quando i porti in giro per il mondo riapriranno (al momento l’Italia è tra i pochissimi), Msc vorrà già essere pronta a partire a pieno regime e conquistare quelle fette di mercato lasciate scoperte da chi non si è mosso per tempo. Per intenderci, sono quattro le aziende che detengono insieme il 92% dei posti letto delle crociere al mondo: Carnival, Royal Caribbean, Ncl e Msc. Quest’ultima, fino adesso un Davide contro tre Golia, sfiora il 10% di quella quota e l’ambizione è crescere ancora, tanto che tutti gli investimenti annunciati pre pandemia sono stati confermati con ordini fino al 2027. Seashore, la nuova ammiraglia prodotta da Fincantieri, verrà consegnata quest’estate e con Virtuosa già consegnata nel corso dell’anno rappresenta un investimento da 1,8 miliardi di euro. Nel 2023, invece, arriveranno quattro navi extra lusso da 60mila tonnellate l’una.