SICUREZZA E AMBIENTE: LA SVOLTA GREEN DI GRIMALDI

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"QUANDO INIZIAMMO a fare questo mestiere, la rivoluzione in atto nella navigazione commerciale era il passaggio dalle vele ai motori, mentre oggi a quei motori si chiede di non inquinare più". Basta questa frase a Emanuele Grimaldi, amministratore delegato del gruppo Grimaldi, presidente di molte delle consociate che lo compongono e attuale vicepresidente in odore di prossima presidenza dell’Ics (l’associazione mondiale che raggruppa gli armatori), per dare il senso di una storia antica, che lega a doppio filo il mare e la dinastia di cui fa parte. Diciamo dinastia perché questa vicenda imprenditoriale affonda le radici nei primi anni del secondo Dopoguerra, quando i fratelli Luigi, Aldo, Mario, Ugo e Guido Grimaldi, figli della sorella del ‘comandante’ Achille Lauro, acquistarono, nel 1947, la Orione, uno dei navigli giunti in Italia dagli Stati Uniti nell’ambito del Piano Marshall. Ora, invece, tra sfide diverse e venti di crescita e ripresa post-pandemia, il timone lo maneggia lui, Emanuele figlio di Guido, assieme al fratello Gianluca e al cognato, Diego Pacella.

Cominciamo proprio dalla rivoluzione di cui sopra. Che cosa significa per il Gruppo Grimaldi parlare di navigazione sostenibile?

"Significa raccogliere i frutti di anni di sforzi sul tema, come certifica la nostra premiazione, avvenuta poco più di un anno fa a Londra, in qualità di migliore armatore del mondo in fatto di progressi verso la decarbonizzazione. E, accanto alla soddisfazione che si prova nel fare qualcosa di etico per il bene del pianeta, significa pure risparmiare molto denaro, visto che la nostra flotta di 130 navi consuma ogni anno oltre 500mila tonnellate di carburante. Riuscire a utilizzarne meno, coprendo le stesse tratte, comprese le 120 che battiamo lungo le Autostrade del Mare, vuol dire crearci, dunque, un vantaggio concreto".

E da che cosa passa, in concreto, questa riduzione di spese ed emissioni?

"Dal momento che il carburante verde per navi non esiste ancora e che non sono ancora stati inventati motori elettrici in grado di spostare questi colossi meccanici, passa, intanto, da un gasolio 8 volte più pulito rispetto a quello di vecchia generazione, che arriva ad essere fino a 40 volte più pulito se le navi montano marmitte catalitiche. Poi, c’è la questione CO2, sulla quale siamo molto avanti e progettiamo addirittura, entro il 2050, di ricatturarla e riutilizzarla dopo averla emesso nell’aria, e quella dei combustibili puliti, con la possibilità, da qui a 10 anni, di produrre idrogeno verde e ammoniaca dalla stessa elettrolisi delle molecole di H2O, di cui il mare, ovviamente, abbonda".

Poi ci sono i temi della riduzione dell’attrito delle navi sui flutti e delle emissioni in porto.

"Un disegno ottimizzato delle carene e delle eliche di propulsione, l’uso di pitture siliconiche e sistema di microbolle sotto la carena, dal punto di vista ingegneristico, già ci consentono di filare sull’acqua riducendo gli sprechi, assieme allo studio digitale di rotte che tengano conto della forza di maree e correnti, per non tramutarla in un ostacolo. Nei porti, poi, per non inquinare l’aria nel cuore delle grandi città, le nostre navi spengono i motori a combustione, inserendo le batterie che si ricaricano in navigazione e, nei terminal di terra, facciamo ricorso a impianti eolici e pannelli solari".

Spostare merci e persone, oggi più che mai, passa da una rinnovata attenzione alla sicurezza.

"I nostri protocolli, è inutile dirlo, sono serissimi, dai tamponi pre-imbarco agli equipaggi alle mascherine onnipresenti e dal rispetto delle distanze a bordo, che passa anche per la sistemazione nelle stesse cabine dei soli nuclei conviventi, alla presenza di ispettori di bordo che assicurano l’ottemperanza alle regole. Proprio in questi giorni, poi, dopo la nostra richiesta alla Regione Campania di 2mila vaccini da inoculare in autonomia al nostro personale, le autorità locali stanno provvedendo a immunizzare i lavoratori del comparto marittimo. Quindi andiamo verso il sereno".

Il termine sicurezza, comunque, non riguarda solo il Coronavirus.

"Al giorno d’oggi, tra le rotte complesse che attraversiamo in contesti geopolitici difficili e il nostro ruolo di sola azienda marittima strategica italiana, la sicurezza è anche la cybersecurity, sulla quale lavoriamo per proteggere l’accesso alle macchine e ai sistemi di navigazione. Oltre, chiaramente, alla sicurezza dell’equipaggio, che oggi, in un mestiere nel quale per secoli i marinai hanno rischiato anche la vita, è molto alta. Prova ne sia un incidente di Suez che non ha causato alcuna vittima".

Infine, la ripartenza, tra nuove destinazioni e un Governo che ha cambiato atteggiamento.

"La scelta del rischio ragionato unitamente alla progressione della campagna vaccinale hanno certamente favorito le prenotazioni delle vacanze estive, che registriamo in forte crescita soprattutto per le destinazioni nazionali, cioè Sicilia e Sardegna. Ad incentivare i clienti contribuisce la nostra strategia commerciale che, oltre a prezzi molto competitivi, offre anche la possibilità di cambiare idea fino a 48 ore prima della partenza, modificando senza spese di variazione i biglietti per i collegamenti verso le due maggiori isole italiane, la Grecia e la Spagna. Proprio nella penisola iberica abbiamo fatto nuovi investimenti con l’acquisizione di alcuni asset del gruppo spagnolo Trasmed, introducendo la nostra presenza anche sulle rotte daper le Baleari. Sul Governo Draghi, poi, dico che è guidato da una figura importante, che rassicura soprattutto i creditori del debito italiano, e che ha saputo contornarsi di ministri capaci. Ora ci attende la prova del Recovery sapendo che si tratta di un’occasione irripetibile, da cogliere come volano per un saggio utilizzo degli investimenti pubblici".