INFRASTRUTTURE E ACQUISIZIONI, LA LOCOMOTIVA È IN GRANDE MOVIMENTO

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L’INAUGURAZIONE a fine maggio di un tratto centrale della Pedemontana veneta, tra i caselli di Bassano del Grappa e di Montebelluna, è stata un’iniezione di adrenalina per il sistema nordestino. Nel solo raggio di questo tratto appena inaugurato vivono 330mila persone e operano 35mila imprese che danno lavoro a 154mila persone. Seguendo le linee di un dettagliato Libro bianco redatto dalla Confartigianato veneta, gli effetti della Superstrada saranno notevoli, perché modificano le geografie dei mercati del lavoro, cambiano mobilità e flussi regionali e si creano le condizioni per riaprire la discussione sulla "grande città terziaria" di cui il Nord Est ha bisogno per attrarre capitali e manager. Della Pedemontana si parla da almeno 30 anni e la crisi del Coronavirus ha dimostrato le difficoltà del project financing, ma il nuovo collegamento tra Bassano e Montebelluna è la prova che il sistema Nord Est va avanti.

Un altro segnale di movimento è la piccola ondata di fusioni che sta attraversando il Nord Est. La crisi post-Covid e le limitazioni che i diversi lockdown in giro per il pianeta hanno imposto agli scambi commerciali mettono sul tavolo, anche a qui, il dossier delle riorganizzazioni delle filiere produttive e del gap dimensionale di molte aziende venete. Tra gli operatori economici e nell’associazionismo di categoria ci si interroga su ipotesi di acquisizioni, aggregazioni tra Pmi e altre forme di sinergie lungo la catena del valore. Le aziende ben gestite e attive sui mercati globali, anche small size, cominciano a studiare nel dettaglio ipotesi di shopping all’interno dello stesso comparto o direttamente lungo la propria catena terzista di appartenenza.

Prima della pandemia avevano inaugurato la stagione delle acquisizioni il gruppo Mevis e il gruppo Euromeccanica di Rosà, attivo nel settore dell’automotive, truck, elettrotecnico ed elettrodomestici, una realtà con un fatturato superiore ai 140 milioni di euro, con quasi 800 dipendenti. Sempre in provincia di Vicenza, nella prima parte dell’anno la Special Springs, la più grande azienda europea di molle per stampi e terza al mondo nella produzione di cilindri a gas fondata nel 1978 dai fratelli Augusto e Luciano Cappeller, ha acquisito la maggioranza di Unic, torneria meccanica di Salcedo. Special Springs è il tipo ideale dell’azienda manifatturiera nordorientale: 37 milioni di euro di fatturato, di cui il novanta per cento è garantito dalle esportazioni, grazie al contesto di filiera con a valle i colossi dell’industria manifatturiera globale. Con l’acquisizione di Unic (50 addetti e un fatturato annuo di circa 10 milioni di euro), il nuovo gruppo dovrebbe rafforzare ulteriormente la capacità produttiva e di penetrazione in un contesto commerciale sempre più complesso.

Nel segmento food, invece, Morato Pane, che si occupa di produzione di pani industriali, ha acquisito la Roberto Industria Alimentare, storica azienda del trevigiano, e una parte del comparto bakery salato di Cerealto-Siro in Spagna. In Italia il gruppo detiene una quota di mercato di circa il 25% sui pani industriali e del 10% nel segmento dei grissini. Un altro caso di interesse riguarda la Lampa Plastic di Chiuppano, una trentina di dipendenti, 3,3 milioni di fatturato nel settore della termoformatura plastica, che ha completato l’acquisizione totale di Solare, Pmi di Carrè, con 5 dipendenti e 1,2 milioni di fatturato. Crescere dimensionalmente, efficientare i processi e avere una taglia che permetta di fare ricerca, marketing e innovazione è il grande tema che coinvolgerà le nuove generazioni di imprenditori a Nord Est. Un’altra novità è quella che per comodità si può chiamare la "germanizzazione di Trieste": gli investimenti di Amburgo e di Duisburg sulla logistica e sul porto giuliano, con tutte le conseguenze che questa scelta sta comportando in termini di riorganizzazione delle attività produttive retro-porto e dei collegamenti ferroviari con la Germania. Anche questo è un modo per crescere, ma in una direzione tutta diversa, non verso l’interno ma verso l’esterno, riconfermando l’apertura verso l’Europa che Trieste e il suo territorio hanno sempre avuto e che stavolta potrebbe essere centrale per trainare tutto il Nord Est nella direzione di un’economia che funziona. Un altro bel segnale di movimento dopo la stasi del Covid-19.

Elena Comelli