Imprese, sei fallimenti al giorno: un pool anti-crisi in Lombardia

E' la regione che paga il prezzo più alto. Da Milano il primo organismo di esperti per aiutare le aziende indebitate

Un lavoratore in una foto di repertorio

Un lavoratore in una foto di repertorio

Milano, 17 novembre 2019 - Ogni giorno più di sei imprese lombarde entrano in fallimento. Nei primi dieci mesi dell’anno se ne contano già 1.900 sulle 7.579 in Italia. Secondo la Camera di Commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi, che ha eleborato i dati del Registro Imprese, la Lombardia paga il prezzo più alto. Nel 2018, il 22% del totale nazionale: 2.368 su 10.548. E a due mesi dal bilancio di fine anno non si vedono variazioni significative. Il 2019 potrebbe chiudersi solo con un leggero calo, confermando il trend regionale che si è già registrato tra il 2017 e il 2018, con le procedure scese da 2.418 a 2.368. Ma l’emergenza resta. Negli ultimi due anni, nelle tre province con più imprese attive, i fallimenti sono addirittura cresciuti: Milano passa dai 1.086 casi del 2017 ai 1.093 del 2018; Brescia da 225 a 240; Bergamo da 221 a 229. La prima a tentare una sterzata sarà Milano. Qui, la Camera di Commercio (competente anche sulle province di Monza e Lodi) sarà la prima in Italia ad attivare entro il mese di agosto l’Ocri, l’organismo di gestione delle crisi di impresa.

Si tratta di una delle principali novità della legge sulle procedure fallimentari, riformata dopo ottant’anni: ogni Camera di Commercio dovrà creare un pool di esperti per ricevere le segnalazioni, gestire la fase dell’allerta e comporre la crisi dell’azienda, evitando che si giunga a una liquidazione giudiziale o controllata. L’obiettivo è aiutare le imprese indebitate, spingendole ad affrontare una ristrutturazione finanziaria prima dell’insolvenza. «La portata innovativa della riforma è prima di tutto culturale – spiega Rinaldo Sali, vicedirettore generale della Camera Arbitrale di Milano –. Attraverso la gestione dell’allerta e un tempestivo intervento, con l’Ocri e con i professionisti che formeranno il collegio di esperti, vogliamo aiutare le imprese in difficoltà, per evitare che il ritardo nel percepire i segnali di crisi di un’impresa possa portare all’insolvenza. Il nostro obiettivo è far fare all’imprenditore il suo lavoro, invitandolo a un tavolo di lavoro per assicurare la continuità produttiva dell’azienda e comporre la crisi con benefici generali per la nostra economia».

Secondo la nuove legge, la procedura d’allerta può essere attivata in tre modalità: su base volontaria dall’imprenditore; dagli organi di controllo dell’azienda che, in caso di mancato rientro dal debito, segnalano il caso all’Ocri; oppure su segnalazione da parte di soggetti pubblici (Inps, Agenzia delle Entrate) nel caso in cui l’indebitamento supera la soglia di allarme. L’Ocri funziona come un mediatore, che convoca l’azienda debitrice per accompagnarla alla soluzione della crisi. Per ogni caso da affrontare forma un collegio di tre esperti: uno designato dal presidente della Camera di Commercio dove l’impresa è iscritta o da un suo delegato; uno dal presidente della sezione imprese del tribunale dove risiede l’azienda; uno direttamente dal dirigente responsabile dell’Ocri e individuato negli elenchi trasmessi dalle associazioni imprenditoriali di categoria del settore di riferimento dell’impresa coinvolta.  «Con l’istituzione dell’Ocri, che sarà amministrato dalla nostra azienda Camera Arbitrale, stiamo lavorando per mettere a punto gli strumenti di soluzione ai problemi derivanti dalla crisi aziendale e per consentire alle imprese di contrastare il persistente stato di incertezza economica che continua ad affliggere il mondo economico e imprenditoriale – dichiara Elena Vasco, segretario generale della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi –. Stiamo già pensando a una lista di esperti di imprese e di ristrutturazioni aziendali, perché il compito è aiutare a risolvere lo squilibrio finanziario, con l’obiettivo di garantire la continuità dell’azienda».