Ideal Standard chiude l'ultimo sito produttivo rimasto: a rischio 500 lavoratori

La multinazionale rinuncia alla produzione in Italia. Timori anche per il destino del polo logistico di Brescia e di quello commerciale di Milano

Mobilitazione sindacale (foto d'archivio)

Mobilitazione sindacale (foto d'archivio)

Ideal Standard ha comunicato alle organizzazioni sindacali, alla Regione Veneto e al ministero dello Sviluppo economico la decisione irrevocabile di procedere alla chiusura dell'ultimo sito produttivo della multinazionale presente in Italia. E' quanto riferiscono i sindacati.

"L'azione speculativa della proprietà di Ideal Standard, un fondo finanziario, ha già prodotto nel nostro paese la chiusura di altri 4 siti, con il drammatico licenziamento di centinaia di lavoratori e a questo scempio vuole aggiungere anche 500 lavoratori del sito produttivo di Trichiana (nel Bellunese, ndr), una vera e propria mattanza che rischia coinvolgere anche il polo logistico di Brescia e il commerciale di Milano", affermano Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil in una nota. 

"In sede ministeriale", proseguono i sindacati, "abbiamo invitato l'azienda a ripensare la propria decisione, in alternativa abbiamo proposto di attivare la procedura per la cessione del sito produttivo e del marchio, da programmare in tempi congrui per la ricerca di potenziali aziende del settore o imprenditori in grado di garantire l'asset industriale e gli attuali livelli occupazionali. Un percorso che dovrà avvenire senza soluzione della continuità produttiva. L'azienda si è mostrata possibilista e per questo sono stati fissati nuovi incontri il 5 novembre in Regione Veneto e il 17 novembre al Mise"