Guidesi: "Fondi per ricerca e formazione. Tocca a filiere e reti d’impresa"

L’assessore regionale allo Sviluppo economico: ora decisivo promuovere investimenti, stanziati oltre 6 miliardi

L'assessore lombardo Guido Guidesi

L'assessore lombardo Guido Guidesi

Milano, 25 giugno 2021 - L'ultimo intervento , in ordine di tempo, è quello a favore del settore fieristico: 12 milioni di euro a disposizione di chi ha subito un calo tendenziale di almeno il 30 per cento del fatturato. Aiuti che si aggiungono a quanto stanziato (oltre 2,5 miliardi) per le imprese impegnate nella ripartenza e ai 140 milioni di euro per la ricapitalizzazione delle Pmi. "Tutte misure con cui chiudiamo la fase emergenziale iniziata con la pandemia, preparandoci a lanciare la fase strategica del nostro piano enomico-finanziario", precisa Guido Guidesi, assessore regionale allo Sviluppo economico, atteso oggi in Valtellina per una serie di visite alle aziende. "Ora l’obiettivo - continua - è creare strumenti che riguardino le filiere e le reti d’impresa. Un cambio di passo e di atteggiamento".

In che senso? "Varare strumenti basati solo sulla dimensionalità delle imprese è ed è stato utile nella fase che abbiamo vissuto in questi mesi, ma adesso bisogna andare oltre. La Regione, se vuole favorire la ripresa, deve intervenire nei buchi di filiera".

Le parole chiave, in questo momento, sono formazione e internazionalizzazione. "Esatto. Dove manca la formazione professionale, dobbiamo organizzarla. Dove manca la forza per internazionalizzarsi, la Regione deve accompagnare le imprese in questa sfida e collegare tutti i know how che esistono ma che al momento non si parlano. Un esempio su tutti, la ricerca. Dove non si investe in ricerca, la filiera produttiva non si innova".

C’è crisi in Lombardia? "In questi mesi abbiamo sostenuto chi era più in difficoltà, quindi tutto il terziario. Il manifatturiero, invece, ha dati positivi. Ci sono problemi nel comparto del tessile, ma anche su questo fronte sono ottimista. Perché misuriamo positività e voglia di investire. Il vero problema è la mancanza di materie prime, che inevitabilmente rallenta le produzioni. E poi c’è il tema dell’aumento dei costi, specie di quelli del trasporto".

Problemi comuni alle imprese di tutt’Italia. "Infatti su questi temi ci stiamo confrontando col governo perché per affrontarli serve una diversa politica industriale".

Le crisi aziendali più preoccupanti? "Quelle legate alle multinazionali che operano anche in Lombardia. Soprattutto la Henkel, che ha chiuso il suo stabilimento in provincia di Como, e la Teva, che ha annunciato di voler fare altrettanto nel Lecchese e vicino a Milano. Ma ci sono iniziative di investimento che potrebbero fornire delle possibili soluzioni".

Investire è la chiave di volta della ripartenza. L’intervento del pubblico è fondamentale. Voi cosa mettete sul tavolo? "Complessivamente, in tutti i settori, cubano due miliardi e mezzo di euro. Se gli strumenti varati funzionano questi fondi faranno da moltiplicatore. A tutto questo vanno aggiunti i 4 miliardi di euro del piano di investimenti di Regione Lombardia, già serviti ad aiutare i Comuni ad avviare lavori e le aziende a produrre".

Come va la campagna per la ricapitalizzazione delle piccole e medie imprese? "Abbiamo stanziato 140 milioni di euro per garantire a queste aziende la possibilità di rinvestire. Mettiamo a disposizione ad ognuna di queste realtà un 30 per cento di finanziamenti a fondo perduto per aiutarle a superare gli ostacoli dell’accesso al credito. Siamo l’unica Regione a farlo".

Basterà a spingere gli investimenti per la ripresa? "È uno strumento che risolve un problema atavico. Inoltre, in aggiunta alle risorse a fondo perduto, c’è la possibilità di avviare piani finanziari di investimento sostenibili. Perché dietro c’è la garanzia di Regione Lombardia".