Goglio, maxi-investimento in Cina. Ma da Varese non si delocalizza

Con l’aiuto del gruppo Cassa depositi e prestiti 15 milioni sul sito di Nanjin. In Lombardia nessun taglio

Una linea di stampa di etichette in uno degli stabilimenti lombardi della Goglio

Una linea di stampa di etichette in uno degli stabilimenti lombardi della Goglio

Daverio (Varese) -  Investire in Oriente sì, perché un mercato strategico non può essere trascurato. Delocalizzare mai. La filosofia aziendale della Goglio, colosso internazionale del packaging, leader nel settore del confezionamento del caffè, potenzia la propria presenza in Asia e riceve il sostegno di Simest, società veicolo di Cassa depositi e prestiti che aiuta e finanzia la crescita internazionale delle aziende. Il piano da oltre 15 milioni di euro della Goglio Tianjin Packaging, la controllata cinese costituita nel 2004 attiva sul mercato asiatico con uno stabilimento a Tianjin attualmente specializzato nella produzione di grandi sacchi per il confezionamento di semilavorati di frutta ad uso industriale. Simest sottoscrive un aumento di capitale da 6 milioni di euro, di cui 3 con un fondo di venture capital, strumento gestito in convenzione con il Ministero degli Esteri. L’obiettivo è costruire all’interno dello stabilimento di Tianjin - 54mila metri quadrati e 200 dipendenti - un nuovo impianto unico nel suo genere in Cina per dimensioni e tecnologia, introducendo confezionamenti sostenibili per il caffè, il cui mercato è in forte espansione, grazie alle forniture ai colossi Starbucks e McDonald’s. Ma l’ampliamento delle linee in Asia non condizionerà l’attività in patria.

Goglio ha in tutto 1.800 dipendenti, la gran parte nei 4 stabilimenti lombardi degli 8, sparsi anche in Olanda, Usa e Cina, appunto. Il fatturato è di 350 milioni di euro e ha resistito bene anche alla sfida Covid. "L’ampliamento dell’impianto di Tianjin – spiega Davide Jarach responsabile dello sviluppo strategico di Goglio e presidente di Goglio Tianjin Packaging – ci consentirà di incrementare la nostra capacità produttiva e integrarla con nuove soluzioni che adesso non possiamo realizzare, come ad esempio le confezioni per il caffè. Il nostro obiettivo è cogliere le eccezionali prospettive di sviluppo che presentano il mercato cinese e quello asiatico in generale".

La politica dell’azienda, dettata dal presidente Franco Goglio, resta da sempre la stessa. In Italia, dove è ancora attivo il centenario stabilimento di via Solari a Milano, non si chiude. "Non abbiamo delocalizzato, abbiamo creato innovazione, lavoro e produzione qui come all’estero, continuando a interpretare il futuro", ha recentemente ripetuto. "Affiancare aziende come Goglio che, nonostante l’attuale momento di forte discontinuità, puntano sulla ricerca e sull’innovazione, è il nostro principale obiettivo – spiega Mauro Alfonso, amministratore delegato di Simest – Abbiamo supportato il Gruppo Goglio sin dal suo ingresso in Cina e siamo orgogliosi di continuare".