Gas, price cap dinamico: cos'è e come funziona il "tetto-corridoio al prezzo". I risparmi

La proposta di alcuni Paesi, fra cui l'Italia, per contenere i costi dell'energiae tagliare le bollette

Impossibile imporre un tetto al prezzo del gas. Anche solo a quello russo. Paesi come Germania e Olanda, per varie ragioni, non lo vogliono. Temono che i fornitori possano decidere di chiudere i flussi se il prezzo non li soddisfa. Quindi? Come fare per contenere i costi per gli utenti e le bollette per le famiglie?

La proposta

Italia e altri tre Paesi Ue (Polonia, Belgio e Grecia) propongono, in un documento non ufficiale, alla Commissione europea l'istituzione di un price cap dinamico al gas per affrontare l'aumento dei prezzi. I proponenti lo chiamano "corridoio dinamico" o "price cap dinamico". Ma cos'è e come funziona?

Price cap dinamico: cos'è

Si tratta sostanzialmente di fissare un prezzo minimo e uno massimo all'interno del quale il prezzo può fluttuare in base ad altri parametri. Prezzo con un valore centrale che può essere impostato e regolarmente riesaminato tenendo conto di indici esterni (ad esempio petrolio greggio, carbone e/o prezzi del gas in Nord America e Asia) tenendo conto delle fluttuazioni (ad esempio 5%) attorno al valore centrale all'interno del corridoio. Il valore centrale del corridoio rappresenterebbe un cap (tetto) che può essere posizionato su un hub di riferimento (tipo Ttf - Title Transfer Facility che è appunto il mercato all'ingrosso del gas naturale tra i più grandi e liquidi dell'Europa continentale), oppure può essere posizionato su più hub che fissano i prezzi.

Come funziona?

Per i quattro Paesi in questo modo sarebbero possibili fluttuazioni attorno al valore centrale al fine di fornire segnali di prezzo per spostare il gas attraverso gli Stati membri, nel caso in cui più hub raggiungano il limite.

Come si fissano i prezzi limite?

Secondo la proposta, il prezzo dovrebbe essere abbastanza alto da consentire al mercato di funzionare, dovrebbe fungere da interruttore e disincentivo alla speculazione e non ha lo scopo di sopprimere i prezzi a un livello artificialmente basso. "Il corridoio dovrebbe essere sufficientemente alto e flessibile da consentire all'Europa di attrarre le risorse necessarie, permettendo, se necessario, transazioni al di sopra del corridoi". Inoltre, "dovrebbe essere sufficientemente alto da preservare l'incentivo al risparmio energetico e/o la transizione dal gas", "dovrebbe essere integrato da misure volontarie rafforzate di riduzione della domanda e dovrebbe influenzare i contratti a lungo termine esistenti che tendono a essere valutati in relazione a parametri di riferimento chiave.

Le proposte alternative

Vengono invece bocciate le due proposte avanzate dalla presidente della Commissione europea: il price cap solo sul gas russo e il price cap solo sul gas utilizzato per l'energia elettrica. Per la coalizione dei quattro "un tetto solo sul prezzo del gas russo non avrebbe un impatto positivo sui prezzi al consumo; avrebbe un potenziale impatto negativo sulla sicurezza dell'approvvigionamento; sarebbe discriminatorio; porrebbe sfide al mercato (ad esempio, all'importatore sarebbe consentito acquistare al limite massimo e rivendere a prezzi di borsa interni più elevati); e, infine, dovrebbe essere adottato dalla stessa legge prevista per le sanzioni". "Un cap solo sul gas utilizzato per l'energia elettrica ignora i due terzi del mercato del gas, che è nell'industria e nell'edilizia; crea una passività senza un chiaro limite verso l'esterno (ad es. poiche' il prezzo all'importazione puo' continuare a salire, richiedendo più risorse per mantenere il tetto massimo); crea disincentivi alla riduzione dei prezzi (gli importatori saranno compensati per qualsiasi prezzo pagano); se il cap del gas è troppo basso, attiverà una domanda aggiuntiva eccessiva, possibilmente includendo il passaggio da carbone a gas; se troppo alto, probabilmente dovra' essere integrato da un supporto aggiuntivo a livello di vendita al dettaglio per mantenere i prezzi accessibili".