Foreste come antinquinamento, Forever Bambù si prepara a sbarcare in Borsa

Piantumazioni controllate per far bene all’ambiente

Emanuele Rissone, presidente e fondatore di Forever Bambù

Emanuele Rissone, presidente e fondatore di Forever Bambù

Foreste di bambù in funzione antinquinameto. E certificazioni in Nft per chi sceglie questa strada, un mix tra innovazione più spinta e principi millenari. Con un contenuto anche artistico che ai Not-fungible token deve il proprio successo. La formula viene proposta con nuove prospettive tecnologiche da Forever Bambù, società lombarda (la sede è a Cernusco sul Naviglio) che dal 2014 ha puntato sullo sfruttamento delle secolari piante del Far East. Mitigazione ambientale, sostenibilità, compensazione delle emissioni dannose sono infatti diventate un po’ le tavole della legge per l’industria europea, soprattutto dopo i recenti impegni di Bruxelles sulla conversione energetica. E a rispettare le direttive può contribuire anche l’apporto di una pianta come il bambù gigante. L’aca Moso bamboo, da sempre conosciuto in Oriente, in Europa ha un nuovo futuro: nel suo sfruttamento pratico diretto (la produzione di biomasse e di bioplastiche, soprattutto) e in quello indiretto, in quanto il possesso di un bambuseto o di parte di esso entra nel “bilancio di sostenibilità“ delle aziende, compensando l’inquinamento.

In parole povere, la CO2 generata dai processi industriali, può essere compensata almeno in parte o elisa dalla coltivazione di bambù secolari e dall’anidride carbonica che sono in grado di assorbire. In questo segmento di mercato si è da tempo lanciato il gruppo lombardo. All’offerta di bambuseti (in gran parte la coltivazione avviene in Toscana, ma ce n’è qualcuna in Lombardia) rivolta alle industrie interessate a migliorare il loro grado di mitigazione Forever Bambù affianca una certificazione trasparente e immutabile, derivata proprio dalle tecnologie Nft. "L’assorbimento della CO2 su un determinato lotto è un fenomeno apparentemente intangibile - spiega Emanuele Rissone, presidente e fondatore di Forever Bambù -. Per questo abbiamo deciso di studiare questo nuovo ambito di applicazione, trasformando l’impegno per l’ambiente in qualcosa di tangibile, certo e prezioso, consentendo alle aziende che investono con noi per diventare a impatto zero, di avere certificati univoci, in grado di valutare il valore del risultato ottenuto e sentirsi in un certo modo proprietari di quel singolo appezzamento di piantagione".

L’azienda lombarda ambisce a creare un progetto di economia circolare che, accanto alla produzione di bioplastiche , offre con Forever Zero CO2 una soluzione semplice per mitigare la carbon footprint delle altre aziende. L’obiettivo, uguale per tutti a livello mondiale, è infatti arrivare alla riduzione del 55% della CO2 entro il 2030. E chissà se almeno l’Europa ce la farà visto che mancano pochi anni. Forever Bambù è un’azienda italiana fondata nel 2014. Possiede 200 ettari di campi dedicati alla piantagione di bambù gigante (detto anche Moso) e ne ha altri in gestione. Conta 1.600 soci per un totale di 32 milioni di euro di capitale sociale interamente versato. La struttura societaria ad oggi è composta da 3 srl agricole e l'azienda sta valutando l'ingresso nel mercato secondario di Borsa Italiana (Euronext Growth). Lo sbarco in Borsa è visto come un ulteriore strumento per attirare investitori e, quindi, come strumento per realizzare foreste ancora più grandi a beneficio del pianeta.