FILIERA A KM30 E INNOVAZIONE: IL BISONTE CARICA I MERCATI

FILIERA A KM30 E INNOVAZIONE: IL BISONTE CARICA I MERCATI

FILIERA A KM30 E INNOVAZIONE: IL BISONTE CARICA I MERCATI

DOPO aver chiuso il bilancio 2020 con un utile netto positivo, aver migliorato la posizione finanziaria netta del 61% e aver generato come marchio un fatturato di 66 milioni di euro (con una contrazione limitata all’8% rispetto all’anno precedente), Il Bisonte Spa affronta il perdurare della pandemia puntando ancora una volta sul digitale e sulla sostenibilità ambientale della sua produzione. Il canale e-commerce del brand – che nel 2020 ha superato i 10 milioni di euro, registrando una crescita del 53% sul 2019 – rafforza ilbisonte.com con il lancio di una nuova piattaforma. Allo stesso la società – brand al 100% made in Italy che produce borse e accessori in pelle e tessuto espressione del lusso – ha rafforzato i legami di fiducia con la sua filiera a Km30 in cui lavorano i migliori maestri artigiani della provincia di Firenze. Luigi Ceccon, Ceo de Il Bisonte, traccia le prossime mosse.

Quale è stato l’impatto della pandemia sul settore e sulla società?

"L’inquietudine generata dalla pandemia ha avuto un impatto importante anche sul comparto del design e della moda: i grandi brand hanno rivisto drasticamente il loro approccio al mercato, riscoprendo il valore dello slow-fashion e i consumatori hanno cominciato a valutare più attentamente le loro motivazioni all’acquisto. La sostenibilità di un prodotto, ad esempio, è diventata un criterio importante di valutazione".

I segnali dal mercato: siamo vicini alla fine del tunnel?

"Ci troviamo tutti di fronte a una svolta destinata ad avere conseguenze importanti sia per gli individui che per il futuro del pianeta. Oggi siamo molto più coscienti che in passato di quanto esseri umani, sistemi economici e ecosistemi siano inscindibilmente legati. Questa consapevolezza è il presupposto giusto per ripartire".

Quali sono i vostri mercati di sbocco principali?

"Nonostante la pandemia Il Bisonte ha chiuso il 2020 con risultati economici positivi. Il Giappone si conferma il nostro mercato più importante. Ai 46 negozi già presenti in quel Paese, se ne aggiungeranno a breve altri 4, rafforzando la rete di 60 punti vendita monomarca situati nelle principali città (Tokyo, Firenze, Roma, Milano, Parigi, New York, Hong Kong, Taipei e Seoul). Stiamo investendo anche sul potenziamento della rete commerciale dell’azienda soprattutto negli Stati Uniti e nelle capitali europee. Dal punto di vista digitale continueremo a lavorare sulla digital transformation, su cui abbiamo già investito 2 milioni di euro".

In molte aziende il lockdown ha spinto la rivoluzione digitale e portato a una profonda riorganizzazione...

"La pandemia è un imprevisto che non ci ha colti impreparati. Non abbiamo dovuto fare altro che mantenerci fedeli al Dna e ai valori de Il Bisonte. Non c’è stato bisogno di attuare una rivoluzione digitale perché ci eravamo mossi in questa direzione con grande anticipo, costruendo e mettendo a disposizione dei nostri clienti la piattaforma di e-commerce ilbisonte.com, che distribuisce i nostri prodotti in 54 Paesi e veicola una grande quantità di contenuti capaci di raccontare chi siamo e i valori in cui crediamo. Ognuno dei nostri prodotti è il frutto dei nostri 50 anni di storia".

La sostenibilità è diventata la parola chiave per tante aziende.

"La designer e sociologa Leyla Acaroglu, con il suo Disruptive Design Method, ha messo in guardia contro il ‘folklore ambientale’, sottolineando l’importanza di immaginare e attuare politiche di sostenibilità capaci di andare oltre il conformismo del ‘green washing’ e di riconoscere e gestire la complessità della sostenibilità. Il fondamento del fare impresa de Il Bisonte è la nostra filiera cortissima, concentrata in un’area di 30 chilometri intorno allo stabilimento principale di Pontassieve (Firenze). Tutte le nostre borse e i nostri accessori in pelle vengono da questo distretto straordinario che valorizza le competenze artigianali e fa tesoro di tecniche produttive antichissime, come la concia al vegetale della pelle di vacchetta. Si tratta di un procedimento che ha origini millenarie e che risponde perfettamente alla sensibilità crescente (ma per noi connaturata al marchio fin dalle sue origini) verso la sostenibilità ambientale e dei consumi. Ambientale perché impiega solo sostanze naturali; dei consumi perché l’uso del tannino nel processo di concia permette ai nostri prodotti di durare molto a lungo e di invecchiare splendidamente, mantenendo e aumentando negli anni la loro desiderabilità. Le collezioni Essential de Il Bisonte includono anche prodotti iconici disegnati negli Anni Settanta dal fondatore del brand Wanny Di Filippo e ancora in produzione. Siamo orgogliosi che siano proprio questi valori a renderci dei veri e proprio ambasciatori del miglior Made in Tuscany in tutto il mondo".

Il tema green e il ruolo sociale dell’azienda...

"Crediamo che oggi più che mai abbiamo tutti un gran bisogno di buoni esempi e con il Journal del nostro sito ci impegniamo a diffondere storie di buone pratiche di sostenibilità. Raccontare, ad esempio, la storia del ‘Champion of the Earth’ 2020 delle Nazioni Unite Yacouba Sawadogo del Burkina Faso, che ha trasformato in realtà l’utopia di piantare alberi nel deserto, ci pare un modo efficace di esprimere la nostra idea di responsabilità sociale e di indicare una visione. Nessun cambiamento, infatti, è possibile se non parte da un’assunzione di responsabilità condivisa".