Ecco i segreti dell'Expo di Dubai, la prima fiera post-Covid

I progettisti si lasciano andare a qualche anticipazione in vista di Expo Dubai 2021, al via il 1 ottobre

Si corre a Dubai per allestire a ottobre la prossima edizione di Expo

Si corre a Dubai per allestire a ottobre la prossima edizione di Expo

Dubai - Il padiglione Italia sarà «all’aria aperta», con un tetto di barche e una facciata composta da cime nautiche, in quello svizzero si potrà vivere un’esperienza unica per ritrovarsi alla fine in cima a una montagna, il padiglione finlandese punterà su sicurezza, salute e benessere. Riuniti a Roma da una tavola rotonda organizzata dall’Ordine degli architetti di Roma e provincia, l’italiano Carlo Ratti, lo svizzero Christoph Kellenberger e il finlandese Teemu Kurkela si lasciano andare a qualche anticipazione in vista di Expo Dubai 2021, al via il 1 ottobre. 

Sarà forse la prima grande manifestazione internazionale post pandemica e l’aspettativa, a cinque anni dall’Expo di Milano, è alta: «Il mondo nel frattempo è cambiato», sottolinea il presidente dell’Ordine Flavio Mangione, «nuovi materiali, nuove soluzioni, nuove tecnologie costruttive». Ecco quindi che facendo tesoro del titolo dell’Expo di Dubai, «Connecting Mind, Creating the Future», l’evento romano, curato dall’architetta Arianna Callocchia, si presenta come un contributo per «ragionare e raccontare di come il mondo degli architetti possa dare il suo contributo per creare un futuro diverso, più sostenibile». 

Ratti, progettista del Padiglione Italia insieme a Italo Rota Building Office, con Matteo Gatto & Associati e F&M Ingegneria, non lesina particolari sulla creazione italiana: «Il Padiglione sarà all’aria aperta, letteralmente: coperto da un tetto formato da tre barche, lo spazio è separato dall’esterno da una facciata in corde nautiche. I ricambi d’aria naturali garantiscono maggior sicurezza rispetto alla diffusione del Covid-19 e permettono anche maggior sostenibilità e risparmio energetico evitando il condizionamento dell’ambiente interno» . 

Seguendo il principio dell’economia circolare, aggiunge, «il progetto usa materiali organici o riciclati nella costruzione. Un approccio ‘circolarè che credo debba essere alla base di ogni nuovo progetto nell’era post-Covid-19». Kellenberger, progettista del Padiglione Svizzera, è sulla stessa linea: «Expo 2020 rappresenterà una nuova normalità: dove le persone possono incontrarsi, scambiarsi e socializzare di nuovo. L’architettura e lo spazio urbano sono lo spazio vitale delle persone».

«Questo - aggiunge - è il compito centrale del nostro lavoro di architetti Possiamo progettare queste architetture in modo tale che siano CO2 neutre nella costruzione e nel funzionamento, adattive al clima e con un impatto culturale». I visitatori del Padiglione svizzero, racconta, potranno vivere un’esperienza unica, «tipicamente svizzera: un’escursione attraverso la nebbia naturale e reale fino alla cima della montagna con vista sul mare di nebbia». Il design originale prevedeva una struttura leggera, simile a una tenda, in legno e tessuti. «Sfortunatamente i regolamenti edilizi non lo consentivano - dice -. Tuttavia i materiali utilizzati verranno riciclati. Ove possibile, sono stati utilizzati materiali provenienti da processi di upcycling e il peso dell’edificio è stato ridotto al minimo assoluto. Anche questo è nello spirito del credo Clever Architecture». 

Il periodo post-pandemia, ammonisce del resto il finlandese Kurkela, «può durare anni: l’architettura dovrebbe essere messa al servizio per aiutare a salvare il mondo, per renderlo un posto migliore». Da qui l’idea del Padiglione, pensato, spiega, per diffondere e condividere «le soluzioni finlandesi per la sicurezza, la salute e il benessere». Spiegando, ad esempio, «perché la Finlandia è il paese più felice del mondo»..