Expo Dubai 2020: il Sistema Paese sulla Via della Seta

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Primo ottobre 2021: con un anno di ritardo causa pandemia Covid-19, si aprirà Expo Dubai 2020. Un appuntamento chiave per il rilancio dell’economia. Cosa aspettarsi? Ne parliamo con Paolo Glisenti (nella foto in alto), Commissario per la partecipazione dell’Italia a Expo Dubai 2020: "Sarà il primo evento globale dopo la pandemia, un evento che assume una importanza ancora maggiore per i Paesi partecipanti. La riprova è che tutti i 190 Paesi hanno confermato la loro partecipazione"

Cosa è cambiato, rispetto all’impostazione, che avrebbe avuto Expo Dubai un anno fa?

"L’impatto della pandemia ha cambiato l’evento in maniera profonda: quello che si apre il primo ottobre sarà il più ‘visto’ e ascoltato della storia dell’Expo, perché grazie all’interattività e alla digitalizzazione dei padiglioni, connessi costantemente con banda larga 5G di seconda generazione, avrà una platea molto più vasta dei 25 milioni di visitatori originariamente previsti ‘in presenza’. Dubai sperimenterà un modello nuovo per eventi globali, non solo i prossimi Expo".

Siamo pronti?

"Certo, il Padiglione dell’Italia è stato completamente digitalizzato e reso interattivo".

Quanto è importante questa presenza a Expo per l’Italia?

"È più importante di quanto sarebbe stata pre-Covid. Gli Emirati sono il secondo principale mercato dell’Italia nell’area Medio Oriente e Nord Africa, valgono il 10% dell’avanzo commerciale del ‘Mediterraneo allargato’, sono una piattaforma importantissima commerciale, di marketing digitale e di relazioni. In realtà, questa non è l’Expo ‘di Dubai’, ma di tutta l’area vasta attraversata dalla Via della Seta, dalla Cina al Mediterraneo, dai Paesi del Golfo all’Europa mediterranea: la zona del mondo che ha oggi i tassi più alti di crescita a livello internazionale, un’area per l’Italia fondamentale, che tra l’altro per noi rappresenta il 30% di tutto l’export italiano: parliamo di 120 miliardi all’anno".

Che cosa metteremo in evidenza?

"Abbiamo scelto i settori aerospazio, cybersecurity, energia green, mobilità sostenibile, scienze della vita, agricoltura sostenibile, turismo, gastronomia, design, moda e industrie creative".

Ma non porteremo solo business, o no?

"Expo Dubai è un punto di attrazione e di convergenza molto interessante per la nostra arte, per la cultura, soprattutto per la formazione scolastica e universitaria. Lavoriamo per connettere strettamente la nostra partecipazione con le aspirazioni delle nuove generazioni, con i Millennials e la Generazione X. che in questi Paesi genereranno nei prossimi anni la più forte domanda di formazione, ma secondo modelli formativi innovativi e capaci di intercettare i profondi cambiamenti in corso nei mercati del lavoro".

Expo Dubai 2020: Il padiglione Italia sarà la casa per le imprese e per i territori

Quali sono le differenze di pubblico che vi aspettate rispetto a Expo Milano?

"Dal punto di vista geografico, Expo Dubai propone una platea assolutamente diversa da Milano, con la prevalente partecipazione di Paesi e visitatori interessati oggi dai primi grandi accordi di libero scambio, cioè l’Asia e l’Africa. Poi c’è una differenza generazionale: Dubai sarà visitata di persona in prevalenza da 20 3040enni: una platea desiderosa di una partecipazione esperienziale nei grandi eventi".

Rispetto alle strategia italiana, quali novità?

"Innanzitutto, la partecipazione delle Regioni che avranno un ruolo fondamentale, con una presenza attiva per l’intera durata dell’evento, potendo allestire mostre e animare eventi. La vera novità sta in quello che faremo per promuovere le loro bellezze e i loro saperi: il premio Oscar Gabriele Salvatores filmerà i territori delle Regioni che hanno aderito al nostro progetto per comporne un quadro unico e straordinario della loro attrattività e delle loro competenze distintive, capaci di rilanciare l’appeal turistico, e l’interesse degli investitori e imprenditori internazionali che cercano nuove occasioni. Vogliamo puntare su questo, non fare una semplice ‘vetrina per l’export’".

Siamo davvero attraenti per gli investitori?

"Certo. Siamo molto rispettati, siamo considerati uno dei Paesi più innovativi per le competenze che generano sostenibilità e resilienza, non soltanto economica, ma anche culturale e sociale. Proporre i nostri prodotti è importante, ma riteniamo sia altrettanto importante attrarre investimenti".

Come ci si riesce?

"Quello che noi faremo, più di quanto avremmo fatto in tempi normali, è portare start up, imprese innovative, e quelli che si chiamano i ‘national champions’, i capi cordata delle filiere d’impresa dei settori d’eccellenza, per presentarsi ai fondi di investimento, ai fondi sovrani, ai private equity e alle altre imprese che saranno presenti a Expo. L’obiettivo è intercettare il loro interesse per portare verso di noi investimenti, competenze, know how, capitale umano, per far nascere alleanze e partnership future. Questi due elementi, attrazione turistica e attrazione di investimenti sono quelli in cui la nostra partecipazione è più ancorata".

Oltre il ‘made in Italy’, quindi...

"Proporremo quello che amo chiamare il ‘Made with Italy’, tutto ciò che in Italia viene creato e realizzato in un’ottica di collaborazione, di connessione. Porteremo le eccellenze italiane dimostrando come oggi sono frutto di connessioni e interazioni multidisciplinari e multiculturali: ad esempio l’aerospazio, che per noi è un settore di grande prestigio, per la connessione delle competenze tra grandi imprese e giovani start up. Senza dimenticare che al fondo di tutto c’è il ‘Created with Italy’".

Che cosa è?

"Il tema della creatività è fondamentale, è la base delle nostre proposte. La nostra creatività è oggi inserita in filiere molto avanzate. Sempre parlando di aerospaziale, negli ultimi accordi firmati con la Nasa e con l’Esa, siamo portatori di elementi tecnologicamente avanzati in cui c’è dentro un fortissimo elemento creativo: ad esempio noi lavoriamo sul design, sull’abitabilità delle navicelle spaziali. Per noi l’innovazione è fortemente legata alla competenza creativa, tipica, appunto, di un prodotto ‘Created with Italy’".