Dalla manifattura ai supermercati, scioperi e sit-in: è già emergenza

Una settimana di trattative e proteste contro gli esuberi. E a fine mese scatta il via libera ai licenziamenti

Una mobilitazione dei lavoratori (foto di archivio)

Una mobilitazione dei lavoratori (foto di archivio)

Milano - Mobilitazioni , scioperi, proteste. In Lombardia l’autunno caldo del lavoro è iniziato prima che lo sblocco totale dei licenziamenti (31 ottobre) possa far sentire il proprio effetto. L’ultimo caso riguarda la grande distribuzione. Il piano aziendale presentato da Carrefour Italia è stato definito dai sindacati "una ristrutturazione pesantissima, una ritirata strategica con un impatto sul lavoro preoccupante che porterà a un conto salatissimo sul fronte occupazionale". Per Vincenzo Dell’Orefice, segretario generale aggiunto della Fisascat-Cisl, si tratta di "un piano unidimensionale che mira solo ai tagli". A rischio ci sarebbero dai 770 (600 collaboratori impiegati nei punti vendita diretti e circa 170 della sede centrale di Milano) ai 2mila lavoratori in esubero a seconda che si includano anche quelli che perderanno il posto nel corso della cessione dei 106 negozi (82 express e 24 market) dislocati in tutto il Paese. Il conto in Lombardia potrebbe riguardare fino a 250 lavoratori oltre i 170 della sede centrale di Milano secondo i sindacati, mentre per l’azienda si tratterebbe solo di esuberi su base volontaria e non di licenziamenti. L’azienda ha assicurato alle parti sociali la disponibilità al confronto anche con le istituzioni. Ma Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs non escludono mobilitazioni se il piano - che comprende anche la trasformazione in franchising di una quarantina di punti vendita nella regione - non dovesse essere modificato.

Nel Bresciano e in Brianza, invece, la protesta è già iniziata da mesi e domani ci saranno nuovi scioperi. A Villa Carcina i lavoratori della Timken - multinazionale del settore automotive - sono in presidio dal 19 luglio. Dopo l’annuncio della chiusura del sito produttivo e il piano di riorganizzazione aziendale, solo un un terzo degli oltre cento dipendenti ha trovato un altro lavoro. «Il ricollocamento – spiega il sindacato – è un problema soprattutto per chi ha tra i 48 e i 60 anni e per le donne". Qui il confronto tra azienda e rappresentanti dei lavoratori si è concluso. Nei prossimi giorni la battaglia si sposterà sul piano istituzionale, con il coinvolgimento della Regione e di Confindustria Brescia. L’ipotesi da verificare è una proposta di acquisto con un conseguente piano di ricollocamento dei lavoratori. A una quarantina chilometri da Villa Carcina, sempre nel Bresciano, anche i dipendenti della Gianetti Ruote sono in sciopero. È l’effetto dell’annuncio dei 152 licenziamenti su 319 e del trasferimento di 11 da Ceriano Laghetto, in Brianza, a Carpenedolo, in provincia di Brescia.