ENEL X SALE SUL BUS ELETTRICO

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È COMODO e buono per l’ambiente, è amico del portafoglio e genera anche occupazione. La scelta strategica del modello di trasporto pubblico elettrico è un successo in primis in paesi come la Cina dove il 14% delle flotte bus pubbliche è elettrificato e città come Shenzen (16.359 autobus per 12 milioni di abitanti) lo sono al 100%. E inizia a fare proseliti. La capitale dell’India, Nuova Delhi, ha ordinato 1.000 bus elettrici, la California ne vuole introdurre 12 mila entro il 2040. Pure l’Europa mostra interesse. E anche il Sudamerica si sta muovendo come mostra l’esempio del Cile. A Santiago Enel X – che oggi gestisce un parco di 1300 autobus elettrici nel mondo e conta di arrivare a 5 mila nel 2024 – è stata scelta per l’introduzione dei primi 435 bus. E l’esempio cileno mostra che la scelta dei bus elettrici è economicamente sensata.

Le gare di rinnovo flotte del trasporto pubblico urbano in molti Paesi in America Latina sono aperte a diverse tecnologie che vengono messe ‘in competizione’ comparandole sul cosiddetto Total cost of ownership (TCO), quindi mettendo a confronto la spesa reale e totale che la società di trasporto pubblico dovrà sostenere lungo la vita utile del mezzo. "I risultati ottenuti – osserva Enel – vedono la tecnologia elettrica nettamente più efficiente rispetto al diesel con un TCO 20% più economico della tecnologia diesel a parità di prodotto (bus 12 metri) con un risparmio di circa 100 mila euro per singolo bus sui 10 anni di vita del bus diesel; senza contare che il bus elettrico – nel cui TCO è inclusa anche la sostituzione della batteria al settimo anno – può beneficiare anche di una vita utile più lunga grazie alla maggiore efficienza e semplicità delle componenti". Anche in assenza di una filiera manifatturiera nazionale sul bus, ci sono molte attività che hanno un impatto immediato sull’indotto nel territorio. Ad esempio tutte le attività di progettazione e di elettrificazione dei depositi, che rappresentano tra il 20% e il 30% degli investimenti in un progetto tipo. Ipotizzando 100 bus elettrici con un modello “as-a-service“ per 14 anni, si crea un valore per l’indotto locale di circa 37 milioni di euro di cui 2 milioni di euro per le sole attività di progettazione e costruzione e di 35 milioni per le attività continuative di manutenzione e gestione. E se si introducesse nelle gare l’obbligo di assemblaggio (almeno parziale) dei bus in Italia, il valore crescerebbe di molto.

a. farr.