Crisi aziendali, quasi 900 lavoratori in bilico nell'Altomilanese

Da Auchan a Mercatone Uno per arrivare a Panalpina e Tosi: il lungo elenco di aziende in cerca di certezze

Uno sciopero all'Auchan di Nerviano

Uno sciopero all'Auchan di Nerviano

Milano, 3 gennaio 2010 - Un inverno caldo. E non soltanto per la scomparsa, almeno fino ad ora, delle temperature rigide che avevano caratterizzato gli anni passati. Le prossime saranno settimane calde dal punto di vista delle trattative sindacali che coinvolgono centinaia di lavoratori in tutto l’Altomilanese. Le crisi aziendali aperte, alcune da ben prima dell’inverno, sono diverse. Crisi che nell’anno che si sta aprendo vivranno momenti decisivi. Una su tutte: la querelle Auchan-Conad.

Recentemente Esselunga ha ufficializzato il progetto di acquisire sei punti vendita che sarebbero dovuti passare nelle mani di Conad, ma fra questi non sembrerebbero esserci Rescaldina e Nerviano. Se nel primo caso, dove ad essere coinvolti sono circa 350 lavoratori, la situazione sembra essere meno “pesante” - si parla di un ridimensionamento importante tanto della superficie del supermercato quanto del numero di dipendenti -, per quanto riguarda l’ormai ex Auchan di Nerviano i circa 180 dipendenti sembrano a oggi non essere contemplati in nessun piano di salvataggio. Perlomeno non in maniera esplicita. Per questo motivo i prossimi mesi saranno determinanti per capire quale sarà il destino del punto vendita nervianese. Di certo la recente chiusura del fast food all’interno del polo commerciale non aiuta a mantenere un certo ottimismo: quella di Nerviano rischia di diventare una vera cattedrale nel deserto. 

Da un polo commerciale all’altro: Mercatone Uno. Se da un lato sembra ormai ufficiale che i clienti che hanno versato anticipi per l’acquisto di cucine o mobili di vario genere non saranno rimborsati, dall’altro non è ancora chiaro cosa accadrà alle persone che nei mesi scorsi si sono ritrovate all’improvviso senza un’occupazione e senza alcuna garanzia per il futuro. 

All’inizio del 2020, precisamente l’8 gennaio ovvero fra poco meno di una settimana, i rappresentanti sindacali di Panalpina incontreranno i vertici della danese Dsv - da aprile la multinazionale detiene la proprietà della società di logistica e a novembre ha dichiarato l’intenzione di avere intenzione di smantellare lo stabilimento di Cantalupo - per capire quanti saranno effettivamente gli esuberi e a quali condizioni contrattuali rimarranno in organico gli altri lavoratori che saranno trasferiti nella sede di Pioltello. Una situazione che, sebbene abbia incassato l’interessamento di alcuni esponenti politici, difficilmente potrà essere risolta del tutto in maniera positiva.

Quello che è appena cominciato sarà un anno importante anche per i dipendenti della Franco Tosi Meccanica: dopo l’accordo firmato fra sindacati e Presezzi, realtà imprenditoriale di Burago Molgora che dal 2015 è proprietario della storica fabbrica legnanese di turbine, bisognerà capire se l’azienda vivrà un vero rilancio oppure cercherà soltanto di sopravvivere in mezzo a quella che nel corso di questi anni è sembrata una vera tempesta. La Tosi per ora è riuscita a limitare i danni e la speranza è che l’azienda possa finalmente fare rotta verso lidi tranquilli.