Aeroporti, crisi senza paracadute. Dopo il Covid ora c’è la guerra

Malpensa paga il prezzo più alto: lo stop verso Russia e Ucraina può tagliare 400mila passeggeri

Un volo internazionale fermo all’aeroporto di Malpensa, il principale scalo lombardo

Un volo internazionale fermo all’aeroporto di Malpensa, il principale scalo lombardo

Malpensa (Varese) - Il Covid, il rincaro energetico, la guerra tra Russia e Ucraina. La crisi degli aeroporti sembra non finire più. Dopo la pandemia che ha frenato l’ascesa di scali in salute come Malpensa e Orio al Serio, sono gli aumenti dell’energia e il conflitto a creare nuove difficoltà alle società di gestione degli aeroporti. Marzo era atteso dal sistema aeroportuale per la fine delle restrizioni in vigore per arginare la diffusione del virus: niente più tamponi e quarantene per chi vola dai Paesi extra Unione europea e arriva in Italia, ma solo il green pass base. Una riapertura che anticipava la stagione “estiva“ che per gli aeroporti si apre ad aprile - mese proficuo per le festività di Pasqua e i “ponti“ - e si chiude a settembre.

L’entusiasmo è durato poco. A preoccupare, ora, sono le possibili perdite che la guerra potrà generare sui bilanci. In Lombardia il prezzo più alto del conflitto rischia di pagarlo proprio il principale aeroporto della regione: Malpensa. L’Italia ha fermato i voli russi. In Ucraina non si può attraversare i cieli. Per lo scalo varesino significa perdere, da subito, i 22 collegamenti settimanali tra Russia e Ucraina. Perdite che nei prossimi mesi potrebbero pesare di più: Malpensa, infatti, aveva in programma di raddoppiare i voli versi i due Paesi in conflitto, superando quota 40. Se la guerra dovesse proseguire ancora a lungo, significherebbe perdere circa 400mila passeggeri. Ma il prezzo del conflitto in termini economici potrebbe essere ancora più alto: da calcolare ci sarebbe l’indotto indiretto in termini di shopping e ospitalità. Anche Orio al Serio sta perdendo i passeggeri che tramite Ryanair e Wizz Air collegano lo scalo di Bergamo con l’Ucraina.

L’ennesimo freno alla ripresa arriva dopo un 2021 ancora segnato dal Covid. In Italia, secondo il bilancio di Assoaeroporti, sono transitati 80,7 milioni di passeggeri. In rialzo rispetto all’anno precedente - il primo del Coronavirus - ma inferiore di oltre il 58% rispetto al 2019. Roma Fiumicino ha visto un movimento di 11,7 milioni di viaggiatori. Ma la differenza con Milano Malpensa (9,6 milioni) è scesa sensibilmente confermando il trend del 2020. Bergamo-Orio al Serio è stato il terzo aeroporto a livello nazionale con 6,5 milioni di passeggeri.