Dichiarazione dei redditi, le criptovalute vanno denunciate?

Nel caos delle monete virtuali ecco il parere dell'esperto, l'avvocato Carlo Alberto Micheli

Bitcoin

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Mai come nel 2021 e nel 2022 si è parlato di criptovalute. Bitcoin, ma non solo. A fare la parte del leone insieme alla criptovaluta per eccellenza è stata Ethereum, che in molti indicano come la prossima vera regina del mercato. Anche perché a oggi vale decisamente meno rispetto alla "madre" Bitcoin - ed è quindi più abbordabile -, ma ha lo stesso utilizzo e una diffusione più capillare. Bitcoin, Ethereum, Dodgecoin e le altre cripto sono entrate nella vita di moltissimi cittadini nel mondo, Italia compresa. Quindi che fare con la dichiarazione dei redditi? Si avvicina a grandi passi il periodo nel quale bisogna presentare la documentazione per 730 e 740 per l'anno 2021 e quindi chi possiede, anche in minima parte, delle criptovalute si sta ponendo la più classica delle domande: dichiarare o non dichiarare il possesso di criptovalute?

Carlo Alberto Micheli
Carlo Alberto Micheli

A dare una risposta esaustiva e definitiva, per la normativa vigente, è l'avvocato e commercialista Carlo Alberto Micheli: "Le monete virtuali vanno dichiarate in quanto attività di natura estera, e l'articolo 4 del decreto legislativo 167/ 90 obbliga i possessori di tali attività ad indicarle nel quadro RW della dichiarazione dei redditi che ogni anno dobbiamo presentare". "Ci sono precisi obblighi stratificati nella prassi amministrativa - aggiunge -. Chi non dichiara le proprie monete virtuali incorre in pene di tipo amministrativo o penale, a seconda della gravità dell’illecito. A causa del mancato monitoraggio fiscale, si rischia di pagare una sanzione che va dal 3 al 15% dell'importo non dichiarato del valore finale. Oppure, dal 6 al 30%, se siamo in situazioni di blacklist oppure paradisi fiscali. Mentre, se la moneta virtuale non dichiarata genera un reddito annuo superiore a 50mila euro, si rischia la reclusione, perché ho evaso più di 50mila euro all'anno".

La tentazione può essere quella di dichiarare solo in parte le monete virtuali che si possiedono: "Dichiarare solo in parte le proprie criptovalute è un altro grave errore da evitare - aggiunge Micheli - perché anche in questo caso si commette un illecito che a particolari condizioni può divenire reato. Ciò, il più delle volte, accade affidandosi a professionisti poco esperti o addirittura improvvisati. Un commercialista serio ed abilitato alla difesa tributaria, difficilmente ti dirà di non dichiarare perché non c'è una legge. E’ importante inoltre tenere sempre traccia di quello che facciamo. Consiglio di stampare periodicamente dagli Exchange la reportistica delle operazioni, oppure utilizzare un file Excel dove annotare tutte le nostre attività in criptovalute. Questo protegge da eventuali verifiche future. E’ bene sapere infatti che i controlli delle autorità fiscali vanno indietro di molti anni, e potresti benissimo non ricordare una determinata operazione che risale a qualche tempo fa, in questo modo invece è tutto nero su bianco".