Creval, chiusa l’opa dei francesi: ad Agricole il 91% del capitale

Sondrio, entro fine mese via da Piazza Affari. Da lunedì l’acquisto delle azioni ancora sul mercato

In Piazza Affari presto le azioni del Creval saranno ritirate dalle contrattazioni

In Piazza Affari presto le azioni del Creval saranno ritirate dalle contrattazioni

Sondrio, 29 aprile - La battaglia è conclusa. Crédit Agricole Italia conferma che l’opa sul Credito Valtellinese ha raccolto il 90,945% delle azioni oggetto di offerta, pari all’88,714% del capitale. Considerando anche i titoli acquistati al di fuori dell’opa, l’Agricole ha raggiunto così il 91,167% del capitale ed eserciterà l’obbligo di acquisto delle azioni residue da parte degli azionisti che ne facessero richiesta. La procedura di "sell out", così in termini tecnici si definisce l’operazione, partirà il 3 maggio per concludersi il 21. Se con questo Crédit Agricole supererà il 95% del capitale potrà a questo punto fare scattare il passo successivo: il cosiddetto "squeeze out", il diritto di acquisto degli ultimi titoli ancora in circolazione. E con questo al gruppo bancario francese andrà la totalità del calpitale della ex banca valtellinese. Verso la fine del mese è comunque previsto il delisting del Creval da Piazza Affari. E così anche in Valtellina dovranno abituarsi a chiamare il Credito con il suo nuovo nome francese. Questa settimana dovrà arrivare anche il nuovo Cda Creval, incaricato di traghettare la fusione per incorporazione. Gionni Gritti, presidente di Confartigianato Imprese Sondrio e in passato anche tra i membri del Cda di Creval, non si fa troppo influenzare dalla nostalgia.

"Certo dispiace per il nome, ma adesso la banca appartiene a Crédit Agricole ed è giusto che il nuovo proprietario compia le sue scelte – spiega – Siccome l’Opa ha portato al passaggio di mano del 91,17% delle quote spero che le acquisizioni proseguano anche nei prossimi giorni fino ad arrivare al 100% delle azioni emesse, così da poter compensare anche i piccoli e i piccolissimi azionisti che finora sono rimasti fuori da questo gioco. Crédit Agricole è nata dalla fusione di tante banche rurali del Vecchio Continente e sono sicuro che in Valtellina troverà tante aziende che oggi rappresentano un’eccellenza locale e con il giusto aiuto, anche dal punto di vista del credito, possono aprirsi a nuovi mercati". Punta invece ai livelli occupazionali Giorgio Nana, sindacalista Cgil. "Se ne va un pezzo di storia della Valtellina e vigileremo sul nuovo che arriva. Dispiace per il nome, ma l’importante è che Crédit mantenga i posti di lavoro e le filiali".