Basta auto, meglio il computer: il lockdown cambia i consumi

Milano, il rapporto Findomestic. Monza spende di più, a Brescia il calo di reddito più forte

Meno telefonia, più informatica. La necessità del telelavoro ha modificato abitudini

Meno telefonia, più informatica. La necessità del telelavoro ha modificato abitudini

Milano - Ormai l’Italia "s’è desta" solo nell’inno di Mameli, nella realtà il Paese è sprofondato sul divano dai tempi del primo lockdown, ormai dodici mesi fa, e le regioni a colori non hanno contribuito a restituire ai consumatori la fiducia. A dirci come siamo diventati ci ha pensato l’Osservatorio Findomestic attraverso l’andamento dei consumi, ne esce il ritratto di un Paese sfiduciato che si è letteralmente chiuso in casa. La Lombardia non fa eccezione anche se rimane il motore dell’Italia con 12,318 miliardi di acquisti di cui 4,2 nella sola provincia di Milano. A Monza-Brianza la spesa media più alta (2.960 euro per famiglia), a Sondrio il passivo meno pesante (-10,3%), a Brescia la contrazione del reddito più marcata (-3,1%).

A deprimere i consumi ci ha pensato il crollo del mercato dell’auto (-22,2% di spesa da parte dei privati nel segmento del nuovo e -14,7% in quello dell’usato) trascina al ribasso la spesa in beni durevoli delle famiglie lombarde nel 2020: il calo del 12,7% rappresenta la flessione più ampia (-10,3% la media nazionale) rilevata dall’Osservatorio dei Consumi Findomestic, realizzato in collaborazione con Prometeia. Al contrario, il comparto dell’information technology fa segnare una straordinaria accelerazione del 28,8% sull’onda della digitalizzazione degli ambienti domestici innescata dalla trasformazione in chiave smart del lavoro e dello studio.

"Il reddito pro capite, nonostante un calo del 2,5%, si assesta a 23.320 euro ed è secondo soltanto a quello del Trentino Alto-Adige – commenta il responsabile dell’Osservatorio, Claudio Bardazzi – Nel paniere dei durevoli, i lombardi hanno speso di più rispetto al 2019 sia in elettrodomestici (+2,7%) che in articoli di elettronica (+5,7%), ma hanno ridotto gli acquisti per mobili (-12,8%) e telefonia (-3,4%)". Il cambio di abitudini è testimoniato dal tipo di acquisti: diminuiscono le spese per lavatrici e asciugatrici, perché ormai non si esce più, ma aumentano i congelatori (+32%) per fare scorta e i wine-cabinet (+37,9%) per consolarsi di non poter più andare al bar o al ristorante. Durante il lockdown si sono venduti tantissimi tagliacapelli, robot da cucina, droni (+53%) e i termometri digitali sono volati al +390%. "C’è aria di normalità, ma oggi quello che osserviamo è che i livelli di preoccupazione rimangono stabili, il 30% è preoccupato per i redditi familiari e per la salute – conclude Bardazzi –. Se chiediamo quando finirà l’emergenza Covid le risposte rimandano a fine anno o addirittura al 2022. La voglia di programmare l’acquisto e tornare a viaggiare c’è, ma tradurre queste intenzioni in pratica continua a essere difficile".