Congedo parentale, aumentano mesi e retribuzione: come funziona dal 2023

La misura dev’essere approvata dal Parlamento entro fine dicembre. La presidente Meloni: “È un salvadanaio di tempo per le mamme”

Il congedo parentale potrebbe aumentare dal 2023 (Illustrazione di Arnaldo Liguori)

Il congedo parentale potrebbe aumentare dal 2023 (Illustrazione di Arnaldo Liguori)

Il congedo parentale, attualmente, dà diritto a un periodo complessivo di 10 mesi di astensione dal lavoro che spessa sia alla madre sia al padre lavoratori, da ripartire tra i due genitori entro i primi 12 anni di vita del bambino. Questo periodo, per la madre, si aggiunge ai cinque mesi obbligatori di congedo di maternità.

I mesi di congedo vengono pagati con uno stipendio pari all’80% della normale retribuzione. Con la nuova manovra economica approvata lunedì dal Consiglio dei ministri – che dev’essere approvata anche in Parlamento, entro fine dicembre – dal 2023 il periodo di congedo parentale pagato all’80% dovrebbe passare da 10 a 11 mesi.

 

Come funziona il congedo parentale, con precisione

I 10 mesi previsti attualmente – 11 con la riforma – possono essere ripartiti diversamente a seconda del padre e della madre. Se la richiesta è della madre ne ha diritto per un periodo continuativo o frazionato non superiore a 6 mesi, trascorso il periodo di astensione obbligatoria (“maternità”). Se la madre è l'unico genitore il congedo si estende fino a 10 mesi.

Se la richiesta è del padre ne ha diritto dal momento della nascita del figlio per un periodo continuativo o frazionato non superiore a 6 mesi. Il limite si estende però fino a 7 mesi nel caso in cui il padre lavoratore eserciti il diritto di astenersi dal lavoro per un periodo (continuativo o frazionato) non inferiore a 3 mesi.

 

L’estensione del congedo a stipendio ridotto

Dopo questo periodo è possibile chiedere un’estensione del congedo fino a un massimo di nove mesi pagata soltanto a 30% dello stipendio.

In particolare, alla madre spetta un periodo indennizzabile di tre mesi, non trasferibili all’altro genitore, da fruire entro i 12 anni di vita del bambino o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento. Stesso periodo, non trasferibile, spetta al padre. Mentre a entrambi i genitori spetta, in alternativa tra loro, un ulteriore periodo indennizzabile della durata complessiva di tre mesi. Per u totale, come detto, di nove mesi.

 

Sostegno alle mamme e alle famiglie

Presentando la nuova misura, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha definito la misura “molto importante”, una “scelta che introduce una specie di salvadanaio di tempo che le madri possono utilizzare in caso di difficoltà, evitando di incorrere in situazioni economiche difficili”.

Il mese aggiuntivo è solo una delle misure di sostegno alla famiglia e alla natalità varate dal nuovo Governo attraverso uno stanziamento di quasi 1,5 miliardi. Tra le altre misure di sono l’aumento dell’assegno unico del 50% per tutto il primo anno di vita del bambino e per tre anni per le famiglie che hanno tre o più figli e una riduzione dell’Iva al 5% sui prodotti per la prima infanzia.