Confindustria: 130mila nuovi posti di lavoro, ma ripresa lenta nel quadrimestre

Nello stesso periodo dell'anno scorso il saldo era stato negativo per 230mila unità. Risalgono gli ordini interni

Carlo Bonomi

Carlo Bonomi

 L'Italia inizia il lungo sentiero stretto di risalita: primi segnali positivi nei servizi, industria solida. E' quanto emerge dalla congiuntura di maggio del centro studi di Confindustria.. PIL sulla buona strada. Maggio si e' confermato per l'Italia il mese dei graduali allentamenti delle restrizioni anti-Covid, grazie anche al ritmo significativo delle vaccinazioni. Cio' rende possibile nel 2° trimestre un primo, piccolo, aumento del PIL, cui seguira' un forte rimbalzo nel 3° e 4° pari a oltre il +4%, che si consolidera' grazie all'impatto che verra' dagli investimenti finanziati dal piano europeo NG-EU. Industria avanti. La produzione industriale e' rimasta stabile a marzo (-0,1%), peggio delle attese, chiudendo il 1° trimestre al +0,9%. Il trascinamento statistico nel 2° trimestre e' nullo e in aprile si stima una tenuta (nonostante il PMI salito a 60,7), ma e' comunque prevista una variazione positiva nel trimestre: le attese di produzione sono in deciso aumento e le scorte in rapido decumulo; cio' indica una domanda oltre le previsioni e un necessario riaccumulo di stock, che sosterra' la produzione. Qualcosa si muove nei servizi.

E' stata creata nuova occupazione in Italia. Ma resta una lenta ripresa del mercato del lavoro in Italia. Lo afferma Confindustria nella Congiuntura flash di maggio, realizzata dal Centro studi. “Tra gennaio e aprile sono state create circa 130mila posizioni di lavoro, al netto delle cessazioni, contro un dato molto negativo (-230mila) negli stessi mesi del 2020 (+260mila nel 2019) - aggiunge -. Dati positivi per gli investimenti. Le prospettive di investimento sono in netto miglioramento. Il settore del leasing nei primi 4 mesi del 2021 registra una crescita rispetto al 2020 (dati Assilea); auto e beni strumentali hanno le performance migliori, il comparto dei beni immobili ha ripreso a crescere. Buone indicazioni anche dalla risalita degli ordini interni dei produttori di beni di investimento (da -10,8 in marzo, a -0,5 a maggio). I prestiti alle imprese frenano a marzo, ma restano in crescita (+5,7% annuo)”.

Con l’analisi mensile di maggio «congiuntura flash» gli economisti di via dell’Astronomia vedono una «industria avanti», ricordando che «la produzione industriale è rimasta stabile a marzo (-0,1%), peggio delle attese, chiudendo il primo trimestre al +0,9%. Il trascinamento statistico nel secondo trimestre è nullo e in aprile si stima una tenuta (nonostante il PMI salito a 60,7), ma è comunque prevista una variazione positiva nel trimestre: le attese di produzione sono in deciso aumento e le scorte in rapido decumulo; ciò indica una domanda oltre le previsioni e un necessario riaccumulo di stock, che sosterrà la produzione». Intanto, «qualcosa si muove nei servizi.

Dopo che il Pmi era sceso a 47,3 in aprile, l’attesa ripresa della domanda dovrebbe iniziare a materializzarsi a maggio, rispostando i consumi verso i servizi, finora condizionati dalle misure anti contagio. L’aumento della domanda nei servizi, previsto accentuarsi poi nel trimestre estivo, è spiegato dalla ripresa dei viaggi e dei consumi fuori casa, oltre che dalle riaperture nei settori legati alla filiera del turismo e della cultura (musei, gallerie d’arte)».  I prestiti alle imprese frenano a marzo, ma restano in crescita (+5,7% annuo)». Il quadro generale vede «tassi ancora bassi», un «export in salute», «scambi mondiali robusti», un «risveglio dei servizi» nell’eurozona, e «fiducia alta negli Usa». Tra i fattori su cui c’è oggi molta attenzione, «rincarano le commodity non energetiche. Il prezzo del Brent si mantiene intorno a 68 dollari al barile a maggio, ai livelli pre-Covid, grazie al riequilibrio del mercato ormai raggiunto, con le scorte di greggio scese ai valori di inizio 2020. In aprile, invece, le altre commodity hanno mostrato nuovi forti rincari (grano +3,2%, rame +3,7%, ferro +6,9%). Per il rame, il picco storico del 2011 dista appena il 5,5%».