Chiuse 17.754 imprese lombarde: in un anno il doppio delle cessazioni

La fine degli aiuti per il Covid e il caro-energia hanno reso insostenibili i costi di produzione e servizi. Dopo 18 mesi torna negativo il saldo tra addii e nuove aperture: solo Brescia, Sondrio e Pavia si salvano

Nel terzo trimestre del 2022 la Lombardia ha perso 17.754 imprese. Più del doppio (+144%) di un anno fa. La guerra Russia-Ucraina, le difficoltà a reperire materie prime e soprattutto i rincari energetici hanno reso in alcuni casi insostenibili i costi di produzione di beni e l’erogazione di servizi costringendo gli imprenditori a chiudere. Per la prima volta dopo un anno e mezzo, il report di Unioncamere Lombardia certifica un saldo negativo tra le cessazioni di attività e le nuove iscrizioni ai registri delle Camere di commercio. A fine settembre, le imprese operative nella regione erano scese a 818.305 (-0,6% su base annua).

Lo stop degli aiuti Covid

La crisi provocata dalla pandemia aveva già messo a dura prova il sistema. E una volta che gli aiuti delle istituzioni per arginare l’impatto del Covid hanno rallentato (o sono terminati), nel terzo trimestre le Camere di commercio si sono trovate costrette a cancellare d’ufficio oltre 10mila aziende formalmente attive ma non più operative. Altri 7.526 titolari hanno provveduto in prima persona a dichiarare la cessazione, per un totale di 17.754 realtà svanite. Otto province su 12 hanno perso imprese: i dati più alti sono a Cremona (-3,3%) Lodi (-3%), Lecco (-2,5%) e Bergamo (-2,1%).

La mappa delle chiusure

A seguire Monza-Brianza (-1,3%), Mantova (-1,3%), Varese (-1%) e Como (-0,9%). Milano ha visto chiudere 7.375 imprese, ma la differenza rispetto al terzo trimestre del 2021 è azzerata grazie all’elevato tasso di natalità imprenditoriale (1,3 nascite ogni 100 imprese registrate). Brescia (+0,4%), Sondrio (+0,4%) e Pavia (+0,3%) sono gli unici territori a mostrare una leggera espansione del tessuto imprenditoriale rispetto ai livelli dello scorso anno. I settori più in crisi sono commercio e industria: tra luglio e settembre le imprese attive in entrambi i comparti sono diminuite del 2,6%. Anche alloggio e ristorazione hanno perso l’1,8%.

Commercio e ricettività

Dopo la crescita del secondo trimestre dell’anno, la curva delle costruzioni ha imboccato una nuova flessione (-1,3%). L’agricoltura ha confermato la tendenza strutturale al ridimensionamento (-0,9%), anche se il processo di contrazione sta rallentando. Gli “altri servizi“ - quelli diversi da commercio e ricettività - rimangono il solo settore in crescita (+1,7%): la quota percentuale sul totale del tessuto imprenditoriale regionale è salita al 38%. A limitare ancora i danni dell’economia lombarda è stata la stabilità delle nuove imprese iscritte nel registro delle Camere di commercio: 10.630. Un dato leggermente positivo (+0,2%) che ha confermato il trend pre-Covid, in controtendenza con il quadro nazionale in diminuzione. Dal punto di vista giuridico, in Lombardiasi è consolidato il passaggio da ditte individuali (-2,9%) e società di persone (-2,5%) a società di capitali (+3,6% su base annua).