Benzina, il prezzo oltre i 2 euro al litro e aumenterà ancora. Ecco perché

Oggi in modalità self toccata quota 2,005 al litro. Adiconsum: non è solo colpa della guerra ma della speculazione e del modo di calcolare il prezzo dei carburanti

Roma, 9 giugno 2022 - Super alle stelle nonostante il taglio delle accise (25 centesimi che diventano 30,5 calcolando anchel'Iva) deciso dal governo negli scorsi mesi e non è ancora finita. La domanda che in tanti ci poniamo è perché e soprattutto questa è la punta dell'iceberg o dobbiamo aspettarci un'estate caldissima sul fronte del prezzo dei carburanti? Per Adiconsum c'è chi specula sul prezzo e la corsa al rincaro non è ancora finita. La guerra in Ucraina è una causa ma non l'unica della corsa dei prezzi al dettaglio e della corsa sulle montagne russe di quello all'estrazione. Ecco le certezze, i dubbi, i sospetti e soprattutto la prospettiva sul prezzo del pieno della nostra auto.

I prezzi oggi

Partiamo dallo stato attuale di quanto ci costaoggi 9 giugno  un pieno. Il prezzo medio nazionale della benzina in modalità self service torna a sfondare quota 2 euro al litro. Un livello che si era raggiunto all'inizio di marzo, quando però non era ancora in vigore il taglio dell'accisa di 30,5 centesimi al litro deciso dal governo a partire dal 22 marzo. Senza considerare lo sconto fiscale, oggi saremmo a 2,31 euro allitro. Il Brent è a oltre 123 dollari, mentre le quotazioni dei prodotti raffinati scendono per quanto riguarda il gasolio e salgono per la benzina. Stando alla consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana, questa mattina Eni ha aumentato di due centesimi al litro i prezzi consigliati di benzina e gasolio. Stessa mossa per Tamoil, mentre per Q8 registriamo un rialzo di un centesimoo su entrambi i prodotti  Queste sono le medie dei prezzi praticati comunicati dai gestori all'Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico ed elaborati dalla Staffetta, rilevati alle 8 di ieri mattina su circa 15mila impianti: benzina self service a 2,005 euro al litro (+23 millesimi, compagnie 2,010, pompe bianche 1,992), diesel a 1,920 euro (+27, compagnie 1,928, pompe bianche 1,902). Benzina servito a 2,125 euro (+16 millesimo, compagnie 2,166, pompe bianche 2,046), diesel a 2,046 euro (+20, compagnie 2,092, pompe bianche 1,957). Gpl servito a 0,830 euro (-1, compagnie 0,839, pompe bianche 0,820), metano servito a 1,832 euro al chilo (-4, compagnie 1,881, pompe bianche 1,794), Gnl 1,990 euro al chilo (-23, compagnie 2,029 euro/kg, pompe bianche 1,962 euro chilo).  Questi sono i prezzi sulle autostrade: benzina self service 2,073 euro al litro (servito 2,301), gasolio self service 2,000 euro litro (servito 2,231), Gpl 0,920 euro metano 2,162 euro al chilo

Perché la benzina è sempre più cara?

Una risposta, e assai critica, viene da Adiconsum: "Indubbiamente un fatto vero, in assoluto, ma non solo a causa di quanto sta accadendo nel conflitto tra Russia e Ucraina, che influisce sul prezzo del gas e delle materie prime in generale. Si tratta anche di una speculazione, perchè già a luglio dello scorso anno il ministero della Transizione Ecologica annunciò un aumento del gas del 40%. È dunque un fatto generalizzato, ma anche un fatto di speculazioni rispetto a quanto avviene sullo scenario internazionale".

Secondo Carlo De Masi, presidente dell'associazione a difesa dei consumatori , non si tratterebbe, dunque, di aumenti giustificati. "Una parte sicuramente lo è- tiene a precisare- però altri aumenti sono dovuti al modo in cui vengono calcolati i prezzi dei carburanti, a tutto quello che riguarda le bollette dell'energia elettrica e del gas, e mi riferisco agli oneri generali di sistema, così come a tutte le accise che riguardano i carburanti". Secondo De Masi il conflitto tra Russia e Ucraina sta recitando, dunque, una parte di primo piano nella vicenda legata alla crescita dei prezzi. "L'Italia- informa De Masi- dipende da Mosca per la parte del gas e per i beni combustibili. È evidente che finora le forniture sono assicurate ma il nostro Paese sta tentando di stipulare accordi internazionali proprio per svincolarsi dalla questione russa che, ricordo, influisce su tutta l'Europa, non solo su di noi. Aumentando la domanda e diminuendo l'offerta è chiaro che i prezzi lievitino. Poi su questo argomento si innescano le speculazioni a livello internazionale e rispetto al nostro territorio".

E la corsa al rincaro non è finita

Al momento sembra dunque impossibile arginare questa corsa al rialzo. Intanto i consumatori possono fare affidamento sulle associazioni a loro difesa. "Il prossimo 10 giugno- ricorda De Masi- organizzeremo la manifestazione delle 'pentole vuote', che riunirà tutte le associazioni di consumatori aderenti al Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti, il Cncu".

Gli italiani rinunciano all'auto

Gli automobilisti, nel frattempo, corrono ai ripari; secondo l'indagine commissionata da Facile.it a mUp Research, negli ultimi tre mesi quasi 1 italiano su 2 (46%) ha ridotto l'uso dell'auto, specialmente nel tempo libero, pur di risparmiare. Le strategie adottate - si legge nell'indagine condotta su un campione rappresentativo della popolazione nazionale - sono diverse; il 47% dei rispondenti, pari a circa 20 milioni di individui, ha dichiarato di prestare maggiore attenzione nella scelta della pompa di benzina, mentre quasi 1 automobilista su 3 ha modificato il proprio stile di guida adottandone uno idoneo a ridurre i consumi di carburante

Ma il taglio delle accise non funziona?

Assolutamente sì ed è stato  prorogato fino all’8 luglio 2022. Tuttavia i prezzi hanno continuato a crescere "divorandosi" lo sconto" governativo. . Per questo potrebbe essere necessaria una ulteriore proroga della misura, non esclusa da più fonti governative. "Banalmente - spiegano - l’aumento dei prezzi fa anche aumentare il gettito dell’Iva, che non vogliamo mettere nelle casse dello Stato, ma lo utilizziamo per abbassare le accise e tenere calmierato il prezzo".

L'impatto su tutti gli altri prezzi

In un Paese come l'Italia dove l'85% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada l'aumento record dei prezzi di benzina e gasolio ha un effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa di consumatori. Lo rileva Coldiretti in riferimento al balzo record del costo dei carburanti. «Il nuovo record dei prezzi dei carburanti - sottolinea l'organizzazione agricola - si trasferisce sulla spesa con un aumento dei costi di trasporto oltre che di quelli energetici. A subire gli effetti è l'intero sistema agroalimentare dove i costi della logistica arrivano ad incidere attorno ad 1/3 sul totale dei costi per frutta e verdura. Le imprese italiane devono affrontare - aggiunge l'organizzazione - un pesante deficit logistico per la carenza di infrastrutture per il trasporto merci con un gap di competitività che penalizza il sistema economico nazionale rispetto agli altri Paesi dell'Unione europea. In Italia - fa presente Coldiretti - il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante è pari a 1,12 euro/ chilometro, più alto di nazioni come la Francia (1,08 euro/chilometro) e la Germania (1,04 euro/chilometro, ma addirittura doppio se si considerano le realtà dell'Europa dell'Est come la Lettonia, la Romania o la Polonia. Si tratta- conclude l'organizzazione- di un aggravio per gli operatori economici italiani superiore dell'11% rispetto alla media europea e ostacola lo sviluppo del potenziale economico del Paese, in particolare per i settori per i quali il sistema della logistica risulta cruciale, come nel caso del sistema agroalimentare nazionale, punta di eccellenza dell'export Made in Italy", conclude Coldiretti.