Pilomat ultrarapidi e barriere contro i camion-bomba: se la paura diventa business

Milano, affari d’oro per le aziende della sicurezza

Sicurezza a Milano

Sicurezza a Milano

Milano, 16 novembre 2017 - Dissuasori automaticiche spuntano dal suolo nell’arco di due secondi bloccando la corsa di un camion di 7,5 tonnellate lanciato a 80 all’ora, telecamere in grado di rilevare situazioni anomale e far scattare l’allarme. Di fronte alla minaccia globale del terrorismo cresce la domanda di sistemi di sicurezza da parte di Comuni, istituzioni e anche privati (secondo una ricerca Ipsos il 43% degli italiani percepisce il terrorismo come un’emergenza, con una crescita dell’8% rispetto al 2015).

E allora sono affari d’oro per le imprese del settore, che hanno messo in mostra - nel corso della manifestazione Sicurezza nel polo fieristico di Rho-Pero - le innovazioni per proteggere città sempre più blindate. «Da anni registriamo un aumento delle richieste in Italia e all’estero dovuto anche al fenomeno degli attentati», spiega Enio Mosconi, responsabile vendite per l’Italia di Pilomat, azienda con una cinquantina di dipendenti che produce a Grassobbio, Bergamo, dissuasori automatici esportati nel mondo. Alla linea “soft” utilizzata per regolare gli accessi a parcheggi o Ztl si è aggiunta una gamma di sofisticati sistemi antiterrorismo, testati in un centro specializzato all’Aquila con camion destinati alla demolizione, simulando l’effetto degli attentati che hanno insanguinato Nizza, Berlino e Barcellona. Il “tyre killer” buca gli pneumatici del mezzo, mentre dissuasori, barriere e sbarre sono in grado di resistere agli urti proteggendo punti sensibili come ambasciate, aeroporti o stazioni. Sistemi già presenti, tra le città italiane, a Roma, Milano, Torino e Firenze.

Numeri in crescita anche per la bolognese Faac, che a Milano ha installato dissuasori in corso Como e in via Torino. «Stiamo portando avanti un grosso progetto a Lignano Sabbiadoro – racconta Daniele Cappellazzo, funzionario commerciale –. I Comuni, anche su impulso delle Prefetture, investono sulla sicurezza». L’emergenza ha fatto schizzare verso l’alto il fatturato di aziende della videosorveglianza: la canadese Avigilon, che otto anni fa fatturava 18 milioni di dollari, ha raggiunto quota 500 milioni. «Grazie alla nostra tecnologia l’intero perimetro di piazza San Marco a Venezia viene ripreso costantemente con solo due telecamere», sottolinea Celestino Gheoni, responsabile vendite per il Sud Europa. L’ultima frontiera è la tecnologia in fase di test Unusual Motion Detection, che richiama l’attenzione su «eventi anomali», come un’auto che viaggia nella direzione sbagliata. Città sorvegliate anche dai droni, dai sistemi ‘base’ fino ai Predator in dotazione all’Aeronautica militare, che hanno già sorvolato Iraq e Afghanistan. «In Italia lo utilizziamo anche per una sorveglianza silenziosa in occasione di grandi eventi – racconta il primo maresciallo Francesco Bitondi – è in grado di raggiungere un’altezza di sette chilometri ed è uno strumento fondamentale per supportare le operazioni a terra».