Buono taxi: aumentano i beneficiari. A chi tocca, a quanto ammonta, come funziona

Le nuove norme sono contenute nel dl Infrastrutture

Un taxi  (Archivio)

Un taxi (Archivio)

Fra le novità introdotte con il decreto Infrastrutture, approvato in via definitiva dal parlamento ieri, giovedì 4 novembre, c'è anche l'ampliamento della platea dei beneficiari del cosiddetto "buono taxi". Si tratta di una misura introdotta nel 2020 con il decreto Rilancio, approvato dall'allora governo giallorosso per garantire un aiuto alle categorie (professionali e, più in generale, della popolazione) alle prese con i contraccolpi dell'emergenza sanitaria. Pur essendo stato ribattezzato "buono taxi", può essere utilizzato anche per tutte le attività di servizio trasporto a noleggio con conducente (gli "Ncc"), autorizzate dallo Stato.

Chi riguarda

Il decreto infrastrutture ha aggiunto due nuove categorie fra i beneficiari dell'incentivo. Si tratta delle donne in gravidanza e delle persone con età pari o superiore ai 65 anni. I fondi a disposizione ammontano a 20 milioni di euro per quest'anno (cifra stabilita del decreto Sostegni) e potranno essere utilizzati fino a esaurimento delle risorse. 

Le altre categorie che possono accedere al contributo sono:

  • le persone a mobilità ridotta, anche se accompagnate. 
  • persone con invalidità o affette da malattie che necessitano di cure continuative
  • persone che appartengono alle famiglie più esposte agli effetti economici derivanti dall'emergenza legata al Covid-19

Il "bonus" è riservato ai residenti nei comuni capoluogo di città metropolitane o capoluoghi di provincia e va utilizzato entro il 31 dicembre del 2021.

A quanto ammonta

L'importo del contributo è pari al 50% della spesa sostenuta ma non può superare i 20 euro per ciascun viaggio. Con un'eccezione, stabilita proprio all'interno del recentissimo decreto Infrastrutture per cui i Comuni possono prevedere il superamento della soglia del 50% della spesa, ma solo per persone in condizioni di particolare fragilità (anche economica), nei limiti delle risorse a essi assegnate. 

Qualche esempio: in caso di viaggio con spesa di 30 euro, il rimborso sarà di 15 euro (il 50% della spesa sostenuta), con una spesa di 50 euro, invece il rimborso sarà di 20 euro (la soglia massima che non può essere superata). 

I buoni viaggio non possono essere ceduti, non costituiscono reddito imponibile del beneficiario e non possono essere impiegati nel calcolo del valore dell'indicatore della situazione economica equivalente. 

Sono i  singoli Comuni a gestire l'assegnazione del contributo nel concreto: quindi tocca a loro stabilire le modalità per la richiesta. A Milano, per esempio, c'era la app "BuoniviaggioMI", che doveva essere scaricata dai singoli autisti.