Bonus Covid, l'Inps chiede indietro i 600 euro

La raccomandata è arrivata a "un numero non precisato" di contribuenti, tra cui vari amministratori pubblici di piccoli Comuni

Il sito dell'Inps (ImagoE)

Il sito dell'Inps (ImagoE)

Roma, 18 febbraio 2021 -  Furbetti del bonus o errore macroscopico nei calcoli? Lo capiremo nei prossimi giorni quando saranno maggiormente chiare le circostanze per cui Inps pretenda la restituzione dei soldi erogati a favore di un numero non precisato di contribuenti nell'emergenza covid. Il provvedimento non riguarderebbe solo vari deputati, come già raccontato tra mille polemiche. La raccomandata è arrivata a circa un anno della ricezione del denaro e recita così: 'Accertamento somme indebitamente percepite su prestazione indennità per emergenza Covid-19".  In altre parole,  vengono chiesti indietro i 600 previsti  dal decreto Cura Italia. A darne notizia è il Centro Studi Fiscal Focus.

"Si tratta senza dubbio di una circostanza che non manchera' di creare piu' di un grattacapo, anche perche' tocca rilevare, ancora una volta, che i contribuenti non sono posti nelle condizioni di comprendere appieno l'indebito comportamento loro contestato, condizione essenziale per poter valutare la correttezza della pretesa avanzata dall'Inps, soggetto che emette la comunicazione di accertamento" - commenta il fondatore di Fiscal Focus, Antonio Gigliotti. "Il punto e' che dalla comunicazione non e' possibile evincere quale sia la circostanza posta a base della contestazione della mancata spettanza dell'indennità' - prosegue l'esperto - Le uniche informazioni fornite sono la natura dell'indennita' contestata, il suo ammontare, l'importo da versare, le modalita' di pagamento e come fare, eventualmente, ad ottenere chiarimenti".

Tra i beneficiari cui è stata chiesta la restituzione del bonus, come anticipato,  ci sono sicuramente vari amministratori pubblici, tra cui sindaci e assessori anche di piccoli comuni, in qualità di lavoratori autonomi o partite Iva. A raccontarlo con un post su Facebook è il deputato leghista Daniele Belotti: "Fare il sindaco o l’assessore in un piccolo comune è un impegno, gravoso, a servizio della propria comunità - scrive Belotti -. Non è un caso che ci sia sempre meno gente disponibile a candidarsi. Se in più per delle indennità di poche decine di euro lo Stato ti toglie il diritto ad avere i bonus per la propria attività professionale allora di persone disposte a sacrificare tempo alla famiglia e al proprio lavoro per il Comune se ne troveranno sempre meno. Ecco perché ho presentato una mozione per annullare le richieste di restituzione dei 1200 euro per i bonus Covid che l’INPS sta inviando a sindaci e assessori che li hanno ricevuti"