Bollette, cibo, luce e gas: le città dove i prezzi sono aumentati di più

Energia e alimentari sono aumentati rispettivamente del 135% e del 13,5%: in Lombardia le città più care sono Lodi, Milano, Lecco, Varese e Brescia

Illustrazione di Arnaldo Liguori

Illustrazione di Arnaldo Liguori

Quasi tutto, in Italia, costa sempre di più. Ma gli aumenti non sono gli stessi in ogni luogo: generalmente, in città in prezzi crescono più velocemente rispetto alle periferie e al Nord più che al Sud. A ottobre l’inflazione, cioè l’aumento generalizzato di tutti i prezzi, ha raggiunto l’11,8%. Questo vuol dire che se un bene nel 2021 costava 100 euro, oggi costa 118 euro.

Ma questa è una media nazionale di tutti i beni. Le differenze tra città e città sono marcatissime, che si parli di bollette luce e gas o di cibo. L'Unione nazionale consumatori ha condotto uno studio sulla base dei dati Istat stilando la classifica completa delle città con i maggiori rincari annui per quanto riguarda proprio queste due voci: cibo e bevande; luce e gas.

Per quando riguarda energia elettrica, gas e altri combustibili, in Italia il rialzo in ottobre è stato pari al 135% rispetto all’anno scorso, con una stangata a famiglia pari in media a 1.820 euro in più. Ma in alcune città si è superato addirittura il 160%.

Quelle dove le bollette sono aumentate di più sono Perugia (+163% rispetto a ottobre 2021) Terni (+161%) E Teramo (+152%). Seguono poi Bologna, Lodi, Alessandria, Massa Carrare, Vercelli e Biella. Tra le città lombarde con gli aumenti maggiori, a parte Lodi (5° in Italia), si sono Milano, Lecco, Varese e Brescia. D’altra parte, ci sono città in cui gli aumenti sono più bassi della media nazionale, come Potenza (+91%) e Aosta (98%).

Per i prodotti alimentari e le bevande analcoliche, saliti in Italia del 13,5%, equivalenti ad una scoppola pari in media a 761 euro in più su base annua, batosta che sale a 1038 euro per una coppia con 2 figli, 937 euro per una coppia con 1 figlio, 1240 euro per una coppia con 3 figli, in molte città è andata ben peggio rispetto alla media nazionale.

A guidare la classifica dei rincari è ancora una volta Cosenza, che aveva già vinto nelle ultime due rilevazioni, raggiunta però questa volta da Macerata, che la eguaglia con un'inflazione del 16,9% rispetto a ottobre 2021. In termini di aumento del costo della vita si tratta di una stangata pari a 1092 euro per una famiglia media di Cosenza e 920 a Macerata.

 

“Cifre che dimostrano come il taglio teorico dell'Iva per pane, pasta e latte, pari ad appena a 21 euro e 56 cent all'anno a famiglia sia una burla, per non dire una pagliacciata. Senza contare che questa mancetta non andrebbe a vantaggio delle famiglie ma dei commercianti” afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori.