Bolletta acqua, Milano è la citta italiana dove si spende meno: ecco la classifica

Nel capoluogo lombardo la spesa media annua per famiglia di 3 persone è 156 euro. Città e regioni più case? Frosinone e Toscana

Rincari in arrivo

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Milano, 14 giugno 2021 - L'acqua diventa più cara ma Milano è la città dove costa meno. In Italia, nel 2020, le famigile hanno speso in media 448 euro per la bolletta idrica, con un aumento del 2,6% rispetto al 2019 e la Toscana si conferma la regione più cara. La fotografia emerge dall'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, realizzato nell'ambito delle 'Iniziative a vantaggio dei consumatori', finanziate dal Ministero dello sviluppo economico e le tariffe sono indicate rispetto ad una famiglia tipo di tre componenti ed un consumo annuo di 192 metri cubi.

La classifica

In testa alla classifica dei capoluoghi di provincia più cari balza Frosinone con una spesa media a famiglia di 845 euro, mentre Milano conquista la palma di capoluogo più economico con 156 euro. Gli incrementi più elevati si registrano a Isernia (+27,5%), che nel 2019 era la città più economica, e a Vibo Valentia (+21,5%). Le regioni centrali si contraddistinguono in media per le tariffe idriche più elevate e una spesa media annua a famiglia di 614 euro (+3,2% rispetto al 2019). La regione in cui si rileva la spesa media più bassa è il Molise (181 euro) ma con un aumento dell'11% rispetto all'anno precedente. Al contrario, la regione con la spesa più elevata è la Toscana (710 euro, +3,2%.). Evidenti differenze di spesa continuano a rilevarsi anche all'interno delle stesse regioni. Ad esempio, in Sicilia, tra Enna e Catania intercorre una differenza di 509 euro.  

Il commento

'Sono ancora molte le criticità che affliggono il servizio e la risorsa idrica. Differenze territoriali rilevanti in termini di adeguatezza delle infrastrutture, qualità e tariffe sono note dolenti, alle quali si aggiunge anche la scarsa fiducia dei cittadini nei confronti dell'acqua di rubinetto e l'adozione di comportamenti d'uso poco consapevoli e responsabili. Rispetto al recupero del divario territoriale il Pnrr avrebbe potuto rappresentare una grande opportunità ma le risorse previste non ci sembrano sufficienti e il meccanismo delle progettualità potrebbe addirittura lasciare ancora indietro le aree con maggiori necessità e con più difficoltà ad esprimere progetti adeguati'', commenta Tiziana Toto, responsabile politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva. 

Questione di fiducia

''Per quanto riguarda il livello di fiducia dei cittadini verso l'acqua di rubinetto, sicuramente non aiutano notizie come l'ultimo deferimento dell'Italia (9 giugno 2021) alla Corte di Giustizia Europea per la fornitura di acqua potabile non sicura in alcune aree del viterbese. Ci auguriamo che le novità introdotte dalla nuova Direttiva europea (2020-2184) possano contribuire ad aumentare la fiducia verso questa risorsa, anche grazie alle previsioni di maggiori informazioni rivolte ai cittadini''. In riferimento ai soli capoluoghi di provincia italiani, dagli ultimi dati Istat disponibili (2018) emerge che a livello nazionale va dispersa il 42% dell'acqua immessa, con evidenti differenze fra le aree geografiche e le singole regioni: si va da oltre il 48% sia al Sud e isole che al Centro, a circa il 35% al Nord. In testa per livelli di dispersione l'Abruzzo con il 55,6%, segue l'Umbria con il 54,6% e il Lazio con il 53,1%, la più virtuosa la Valle d'Aosta con il 22,1%.