Ancora un crollo per il valore dei Bitcoin. La criptovaluta sta vivendo ancora ore molto difficili dopo che, solo nelle scorse settimane, aveva raggiunto una quotazione record. A determinare un ulteriore calo della criptovaluta sono state le conferme che la Cina ha riaffermeto la necessità di fermare la creazione e limitare lo scambio di bitcoin. Motivi ambientali e sociali. Una comunicazione che ha fatto scendere del 6,5% il valore della criptovaluta che solo un paio di giorni fa aveva perso il 30%. Un crollo che, in poche ore, aveva mandato in fumo una capitalizzazione di 700 miliardi di euro a Wall Street.
- La decisione della Cina
- Il nuovo calo
- Elon Musk
- Il pericolo per l'ambiente
- Cosa sono le criptovalute
La decisione della Cina
La Cina ha rilanciato una possibile stretta sulle attività di estrazione della criptovaluta. Una nota del vicepremier di Pechino Liu He e del Consiglio di Stato afferma che servono norme più rigide per proteggere il sistema finanziario. Nella nota, rilasciata nella tarda serata cinese, si afferma che è necessario "reprimere i comportamenti di estrazione e scambio di bitcoin e prevenire risolutamente la trasmissioni di rischi individuali al campo soiale".
Il nuovo calo
Quando è cominciata a circolare notizia del comunicato il bitcoin ha perso il 6,5% ed è ormai in calo del 40% rispetto al suo recente massimo.
Elon Musk
A pesare sugli ultimi cali non ci sono solo le posizioni della Cina ma anche le affermazioni degli ultimi giorni di Elon Musk, che continuano a farsi sentire sul mercato. Il patron di Tesla ha annunciato che il colosso delle auto elettriche non accetterà più Bitcoin per l'acquisto di auto. Sullo sfondo anche i dubbi sulla sostenibilità ambientale delle criptovalute, per gli eccessivi consumi energetici legati alla loro generazione.
Il pericolo per l'ambiente
La produzione di Bitcoin è una delle attività digitali più inquinanti del pianeta. Questa attività, chiamata mining, consiste nell'estrarre moneta digitale dalla rete. Per produrre Bitcoin è necessario disporre di un'enorme capacità computazionale: cioè di una rete di computer e processori molto potenti. Più di 120 terawattora all'anno di elettricità, spesso prodotta attraverso centrali a carbone o a gas, molte delle quali estremamente inquinanti.
Non solo, anche il costo dei computer usati per il mining è un danno per l'ambiente. L'Università di Cambridge ha creato un osservatorio permanente sul consumo elettrico dei Bitcoin. Secondo i dati raccolti, l'estrazione della cryptovaluta utilizza il doppio dell'energia della Svizzera, il triplo del Portogallo, appena la metà dell'Italia. E noi siamo il settimo produttore industriale del mondo. In tutto questo, una cosa è certa: nel prossimo futuro, questi costi energetici sono destinati a crescere.
Cosa sono le criptovalute, i rischi
Le critovalute sono "moneta virtuale". Dalla loro comparsa il valore è cresciuto in modo esponenziale. Bitcoin, pur essendo la più conosciuta, non è l'unica criptovaluta. Un sistema difronte al quale poche settimane fa anche la Consob e la Banca d'Italia avevano messo in guardia gli investitori dai rischi legati alle criptovalute.