La Banca Popolare di Sondrio diventa una Spa: tramonta un’era durata 150 anni

L’istituto era l’ultimo a non avere ancora ceduto alla riforma. "Ma i nostri valori non cambieranno"

Mario Alberto Pedranzini, direttore generale di Popolare Sondrio

Mario Alberto Pedranzini, direttore generale di Popolare Sondrio

In Valtellina è finita un’era bancaria. Hanno provato a resistere in tutti modi negli ultimi sette anni, appellandosi a ogni cavillo. Ma alla fine hanno dovuto cedere. Dopo 150 anni di tradizione, come punto di riferimento per un intero territorio, la Banca Popolare di Sondrio ha approvato ieri la trasformazione in Spa. Il via libera dell’assemblea dei soci è arrivato poco dopo le 11. È l’ultima cooperativa a mettersi in regola con la riforma approvata dal governo Renzi nel 2015, che ha stabilito che possono adottare la forma giuridica di banca popolare i soli intermediari bancari il cui attivo non superi il valore di 8 miliardi. Alla votazione hanno partecipato 2.610 soci che hanno deliberato, in sede straordinaria, la trasformazione della banca. I voti favorevoli sono stati 2.517, i contrari 38, gli astenuti 39, i non computati 16. Una mossa che ora sposta la PopSo nell’orbita della grande finanza alle cui lusinghe ha tentato di resistere fino ai limiti imposti dalla legge (l’ultima la sentenza arrivata il 31 maggio scorso del Consiglio di Stato che ha confermato la legittimità della riforma).

Presente all’assemblea anche Unipol, il gruppo che ha già provveduto ad acquistare il 9% dell’istituto. "I valori fondanti della banca popolare resteranno nel futuro anche se da oggi siamo una Spa – dice il presidente Francesco Venosta –. Chi ci ha sostenuto continui a sostenerci, i valori etici ed economici restano. Noi abbiamo solo il desiderio di chiarire che qualunque cosa succeda nel futuro, la banca è solida ben gestita, una banca che in 150 anni non ha mai registrato un euro di perdita". La nuova gorvernance si prepara a lavorare per discutere il nuovo assetto. 

"Stiamo già lavorando al nuovo piano industriale, visto che quello 2021-2023 è già stato ampiamente superato dai dati – spiega il consigliere delegato e direttore generale, Mario Alberto Pedranzini –. Entro il 31 marzo 2022 lo voteremo. La nostra resterà una banca che non forzerà sugli obiettivi per ottenere risultati di breve termine". Una svolta epocale non solo per la Banca, ma anche per tutta la provincia di Sondrio. La parola d’ordine è "coesione". "Resteremo un punto di riferimento per il territorio e un elemento di coesione sociale", assicurano il presidente Venosta e il direttore Pedranzini. L’assemblea in sede ordinaria ha, infine, confermato nel cda Pierluigi Molla, cooptato il 9 novembre in sostituzione di Luigi Frigerio, già capolista della lista di minoranza.