Oltre 550 milioni di dividendi. E la Popolare di Sondrio vola

Piano industriale con obiettivi oltre le attese, rialzo in Borsa. L’ad: i privati sanno dove va la banca

Mario Pedranzini amministratore delegato della Popolare di Sondrio

Mario Pedranzini amministratore delegato della Popolare di Sondrio

Milano - Ieri, per effetto del piano industriale presentato a Piazza Affari, è stata l’unica a registrare un balzo in Borsa. La conferma che la linea sposata dalla Banca Popolare di Sondrio all’indomani della trasformazione in Spa garantisce ritorni importanti. "È la prima volta che presentiamo al mercato un piano industriale, ma riteniamo sia doveroso farlo perché i privati abbiano cognizione di dove la banca sta andando", chiarisce l’ad Mario Alberto Pedranzini al termine dell’incontro con la comunità finanziaria a Milano. A sei mesi dalla trasformazione ("una scelta obbligata") il bilancio è positivo. E il legame con il teritorio solido: "Anche il piccolo imprenditore, l’agricoltore, il piccolo azionista hanno capito che la situazione è cambiata. E che possono dire la loro. Dobbiamo aprirci con tutta la platea del nostro azionariato".

E ancora: "Il tessuto locale ha compreso il valore di un istituto come il nostro e si è organizzato per dire la sua. Insieme si può costruire qualcosa di positivo". Pur essendo pronta a cogliere opportunità sul mercato forte di un cuscinetto di capitale di 350 milioni di euro, la Banca Popolare di Sondrio spinge sulla crescita organica attraverso il risparmio gestito e il potenziamento dell’attuale modello di Bancassicurazione con l’obiettivo di incrementare la raccolta premi dalla clientela di oltre il 50 per cento. "Next Step", questo il nome del piano industriale previsto inizialmente per fine marzo e poi slittato a causa della guerra in Ucraina, punta al 2025 a 323 milioni di utili (+20% sul 2021) ma anche a investimenti in personale e digitalizzazione per 619 milioni. E, soprattutto, prevede oltre 550 milioni di dividendi nell’arco di piano con payout ratio al 50 per cento ogni anno così come, sul fronte della redditività, indica un Roe al 9,2 per cento e mai sotto all’8. Target più alti delle attese con il titolo che a fine giornata guadagna il 2,17 per cento a 3,39 euro. "In tutti questi anni abbiamo visto guerre, crisi economiche ma siamo ancora qui - sottolinea Pedranzini - la storia di questa banca la dice lunga sulla volontà di crescere in autonomia".

Fedeli a "uno spirito imprenditoriale, partecipativo: se fai bene le cose puoi avere successo al pari dei grandi player". Ecco, dunque, la ricetta per gli anni 2022-2025: Parola d’ordine: coerenza. "È quella che premia, siamo rimasti legati alla nostra filosofia aziendale". Chiarisce l’ad: "Il nostro è un piano stand alone, ma valutiamo tutte le possibili opzioni che devono consentire alla Popolare di esprimere tutto il suo valore". Le direttrici sono quelle seguite da sempre: una rappresentata dall’attenzione per la clientela e il territorio; l’altra legata all’attività, ai servizi e ai prodotti per operatori istituzionali. "Siamo abituati a lavorare con grandi controparti - sottolinea l’ad - e abbiamo dovuto diventare veloci e competitivi. Siamo attivi anche in aree geografiche particolari e anche questo è un vantaggio competitivo".

L’arrivo di Credit Agricole non spaventa i vertici dell’istituto: "Siamo abituati a confrontarci con le principali banche italiane e all’estero". Non a caso "vogliamo essere soggetti attivi e non passivi, vogliamo essere protagonisti e non subire". Di qui le collaborazioni con altre realtà testimoniate dalle partnership che, nel tempo, la banca ha avviato. In questo senso i riflettori sono puntati su quella in scadenza in Arca che Sondrio ha con Unipol che, tra l’altro, è anche primo azionista della banca con oltre il 9 per cento del capitale. "Siamo soci di una compagnia assicurativa Vita e Danni da tanto tempo, da 12 anni, e per noi il valore della partnership è importante perché nell’ambito della compagnia abbiamo costruito insieme tutto il percorso assicurativo della banca", spiega ancora Pedranzini che ricorda come un gruppo di lavoro stia valutando "tutti gli aspetti connessi" con la scadenza di questo accordo. Poi il cda farà "le valutazioni finali in tempi utili e contenuti", aggiunge il chief commercial officer, Mario Erba. Infine, nel futuro dell’istituto valtellinese che a fine piano stima un Cet 1 ratio al 15,6%, non c’è spazio né per il buyback né per un extra-dividendo. Il capitale in eccesso è per accelerare la realizzazione delle iniziative di sviluppo individuate, pure tramite operazioni inorganiche, o per far fronte a eventuali inasprimenti repentini dello scenario macro-economico.