Colf e badanti, scattano aumenti fino a 2.000 euro. Le tabelle retributive del 2023

Nessun accordo tra sindacati e associazioni dei datori di lavoro. A gennaio le retribuzioni minime aumenteranno del 9,2 per cento

Colf e badanti

Colf e badanti

Per due milioni di lavoratori tra badandi, colf e collaboratrori domestici scatta subito a gennaio l'aumento in busta paga dei minimi retributivi. Nessun accordo infatti tra sindacati e associazioni dei datori di lavoro. Entrerà in vigore quindi già questo mese l'adeguamento all'80% dell'indice Istat per le retribuzioni minime che aumenteranno del 9,2% al 100 per cento per le indennità di alloggio. L'aumento della retribuzione riguarderebbe quasi due milioni di lavoratori ma il 50 per cento di loro è pagato, in alcuni casi preferisce esserlo, in nero.

Quanto costerà una badante?

Secondo i calcoli effettuati nelle scorse settimane dalla Fidaldo, la Federazione italiana del lavoro domestico, per una badante a tempo pieno l'aumento sarebbe di circa 125 euro al mese che considerando anche tredicesima, ferie e Tfr porterebbe a un incremento annuo che sfiora i 2.000 euro.

Le nuove tabelle retributive

Definite le nuove tabelle retributive applicate agli assistenti familiari colf, badanti e baby sitter. Gli adeguamenti vengono computati in misura pari all'80% delle variazioni del costo della vita rilevate dall'Istat al 30 novembre 2022 per le retribuzioni minime contrattuali e in misura pari al 100% per i valori convenzionali del vitto e dell'alloggio. L'aumento retributivo, per un assistente familiare che assiste persone non autosufficienti inquadrato nel livello C super con decorrenza dal mese di gennaio 2023, è pari ad un incremento tabellare di 94,42 euro. L'aumento retributivo, da riparametrare per gli altri livelli, va da un minimo di 61,10 per il livello A ad un massimo di 116,64 per il livello D super. L'adeguamento dei minimi tabellari aggiorna anche il sistema indennitario e mette in evidenza, in modo inequivocabile che, gli assistenti familiari per effetto del tasso inflattivo avranno una scarsa percezione degli aumenti, soprattutto coloro che effettuano la prestazione di lavoro in regime di non convivenza, ovvero per poche ore la settimana, i cui aumenti sono di pochi centesimi all'ora. Si passa dai 0,44 centesimi per il livello A ai 0,79 al livello D super. 

Paga in nero

Il lavoro domestico è in crescita con 2 milioni di colf e badanti, ma il 52,3% è irregolare. Lo rivela il quarto Rapporto annuale sul lavoro domestico a cura dell'Associazione Domina. Secondo lo studio, nonostante l'emersione avviata nel 2020, il settore domestico è nettamente al comando della triste classifica dei settori per tasso di irregolarità (52,3%), contro una media nazionale del 12,0%. I lavoratori domestici totali sono circa 2 milioni, di cui meno della metà in regola. Considerando anche i datori di lavoro, il settore comprende oltre 4 milioni di soggetti. Elaborando dati Inps, Domina rivela che nell'ultimo anno le famiglie italiane hanno speso oltre 15 miliardi di euro per il lavoro domestico: 8,1 miliardi per la componente regolare e 7 miliardi per quella irregolare. "Il settore - afferma Domina - ha contribuito nel 2021 alla creazione di 17,6 miliardi di Valore aggiunto, pari all'1,1% del Pil nazionale. Ciò ha determinato un risparmio di 10,1 miliardi per le casse dello Stato (0,6% del PIL), ovvero l'importo di cui lo Stato dovrebbe farsi carico se gli anziani accuditi in casa venissero ricoverati in struttura". In alcune realtà territoriali l'impatto sul Pil è maggiore: Umbria (1,51%), Sardegna (1,48%) e Lazio (1,4%).

Non solo donne

Il lavoro domestico è caratterizzato da una forte presenza straniera (70% del totale), soprattutto dell'Est Europa, e da una prevalenza femminile (85%), anche se negli ultimi anni si è registrato un aumento sia degli uomini che della componente italiana. Oggi gli uomini impiegati nel comparto sono quasi 150 mila, pari al 15% del totale. Si tratta di una componente molto dinamica, cresciuta di quasi il 30% negli ultimi sei anni. Poco nota, in particolare, la figura del badante: 40 mila lavoratori uomini addetti alla cura della persona.