Badanti, la carica dei maschi: sempre più uomini e sempre più italiani

Così cambia l’assistenza. Il caso di Bergamo

Badante (foto di archivio)

Badante (foto di archivio)

Bergamo - Badanti e colf: sempre più maschi e sempre più italiani. Cambia la tipologia di un settore appannaggio delle donne e nella maggior parte dell’Est Europa. La Lombardia è infatti la regione che presenta il maggior numero di lavoratori domestici - il 19.2 per centro della forza lavoro nazionale del settore - sia per i maschi (34.610) che per femmine (150.196), seguita da Lazio (13,5 %), Emilia Romagna (8,9 %), e Toscana (8,5%). Con riferimento alla nazionalità, nel 2021 la Lombardia è la regione con il maggior numero di lavoratori domestici stranieri, 149.215, (pari al 22.2% del totale dei lavoratori domestici stranieri). Rispetto alla zona di provenienza, Europa dell’Est (344.466, netta prevalenza per un 35,8%), a seguire lavoratori di cittadinanza italiana (30,0%), sud America, Asia orientale.

A Bergamo nel 2021, tra i lavoratori domestici, quelli di nazionalità italiana sono stati il 23 per cento del totale. I maschi sono raddoppiati, passando dai 1.425 di sei anni fa ai 3.007 del 2021. In totale, sono 13.755 gli iscritti al registro per colf e badanti dell’Inps di Bergamo. In generale, dal 2014 a oggi, l’incremento è stato superiore al 14 per cento, mentre l’impatto degli italiani nell’elenco è del 36 per cento in più rispetto a 10 anni fa. Rimane comunque un settore abbastanza vecchio, dal momento che le fasce d’età sopra i 50 anni rappresentano quasi il 5 per cento del totale degli iscritti all’Istituto. Il settore si conferma a prevalenza femminile (79 per cento) e immigrata (76 per cento), ma sono gli uomini stranieri a registrare l’incremento più forte (+53 per cento rispetto al numero del 2016), mentre quelli italiani sono cresciuti del 25 per cento.

Le lavoratrici straniere sono comunque il gruppo più numeroso e rappresentano il 57,5 per cento del totale. Le italiane sono invece oltre un terzo del totale, ma con una percentuale maggiore rispetto a quella nazionale. Rimane, poi, tutto il pianeta del sommerso: "L’ultima sanatoria ha generato lavoro nero trasformandosi anche in uno strumento di ricatto – ha dichiarato Alessandro Locatelli, della segreteria Fisascat Cisl di Bergamo -. Ad esempio, se una famiglia non ha denunciato all’Inps il rapporto di lavoro può continuare a impiegare in nero la badante e far scattare il contratto quando viene convocata, magari denunciando un part time e pagando il resto fuori busta". Ci sono poi le assunzioni fittizie, solo allo scopo di far ottenere il permesso di soggiorno a chi svolge altre mansioni.

"In provincia di Bergamo, dal 2016, si è introdotta per mezzo della contrattazione la possibilità da parte delle Cooperative sociali di assumere assistenti familiari – ha continuato Locatelli -, ma la sperimentazione è fallita per l’insostenibilità economica in quanto non esiste un supporto economico da parte di comuni o Regione e pertanto le famiglie preferiscono trovare soluzioni individuali che spesso escono dalla legalità". Intanto, sul fronte dei fruitori dei servizi di badanti e colf, Fnp Cisl Bergamo ha insistito sulla revisione del Sad (servizio di assistenza domiciliare), puntando sul fatto che il 60 per cento delle famiglie preferisce per l’anziano l’assistenza in casa.