In Germania per difendere l’automotive: "Con il solo elettrico si dipende dalla Cina"

A Milano il dibattito con i ministri dello Sviluppo economico e del Turismo. Giorgetti: "Non ripetiamo l’errore del gas". Garavaglia: "L'Italia ha grandi potenzialità"

L'incontro a Milano

L'incontro a Milano

Milano - La difesa del principio di neutralità tecnologica contro il "totem" assoluto dell’elettrico. E della logica di accompagnare "tutti gli italiani, anche quelli a basso reddito" all’acquisto di vetture ecologiche con gli incentivi. "L’auto elettrica non può essere il lusso della seconda o terza auto cittadina per famiglie benestanti" ha detto Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo Economico, nel corso della tavola rotonda "Agorà: tesi a confronto", organizzata durante la seconda giornata della scuola di formazione politica della Lega a Milano. Ieri, alla vigilia del suo viaggio in Germania proprio per portare nel cuore dell’altro grande polo manifatturiero questo tema, il direttore de Il Giorno, Sandro Neri, lo ha interrogato sulle questioni aperte del settore automobilistico. "Non accetto che il futuro dell’automotive in Europa e nel mondo debba essere esclusivamente elettrico. Difendiamo il principio di neutralità tecnologica. Nel 2030 l’idrogeno e i biocarburanti sui cui l’Europa oggi è sorda potranno dare il contributo. Lo scegliere solo l’elettrico è affidarsi a una tecnologia totalmente in mano alla Cina che controlla l’80% delle materie prime legate alla produzione dell’auto elettrica. Se nel 2030 i cinesi decidessero che gli europei debbono andare a piedi o in bici, tutta l’industria dell’automotive si dovrebbe fermare". E c’è poi l’attuale "scenario preoccupante provocato non solo dall’emergenza energetica. La mancanza di materie prime e semilavorati sia per la quantità per il prezzo mette a rischio la continuità produttiva. Quello che dobbiamo fare è aiutare le imprese. Lo stato e il governo devono fare la propria parte. Sulla corsa verso le rinnovabili bisogna fare attenzione a non bruciare le tappe. Altrimenti rischiamo la desertificazione industriale".

Nel comparto turistico il ministro Massimo Garavaglia ha ricordato che "il mercato russo vale il 2% del totale del fatturato del turismo in Italia". Le ricadute sono in generale dunque limitate "ma in Versilia, in Costa Smeralda, a Milano il turismo russo pesa molto di più. Possiamo però recuperare. L’Italia ha tutte le potenzialità perché il turismo arrivi al 20% del Pil. Servono regole e formazione". E poi la bordata: "Il reddito di cittadinanza è stata una iattura, ha un peso sul turismo. C’è un problema anche per il personale straniero. Nessuno vuole il contratto stagionale sennò perde il reddito di cittadinanza. Sono regole che bloccano lo sviluppo. È un danno anche per le giovani generazioni che avranno nel cv come esperienza solo quella del reddito di cittadinanza. E poi cosa faranno quando faranno un colloquio?". "Per chi come noi ha bisogno nei prossimi 5 anni di 45mila dipendenti, dall’operaio all’ingegnere al manutentore, accettare che qualcuno venga pagato per non fare niente è durissima. Questo non vuole dire non capire l’importanza di aiutare chi sta in povertà" ha riflettuto Luigi Scordamaglia, ad di Inalca e consigliere delegato di Filiera Italia, sollecitando pure che "bisogna riprendere a produrre". Marco Granelli, presidente nazionale di Confartigianato imprese, ha chiesto "un maggiore orientamento verso le scuole tecniche, come in Germania. Il mondo dell’artigianato nel 2021 ha registrato difficoltà per il 40% nel reperire ragazzi da inserire".