Aumento pensioni 2022: quando, per quanto, a chi spetta e a quanto ammonta

Il governo ha anticipato il meccanismo di perequazione: ecco perché e cosa succederà

Una buona notizia per i pensionati: quest'anno il loro assegno aumenterà prima grazie all'anticipo del meccanismo della perequazione. Formula dietro la quale si "nasconde" l'adeguamento della somma pagata al costo della vita. Il ritocco viene stabilito in base alle variazioni dell'indice dei prezzi al consumo. L'anticipo è stato deciso con il decreto Aiuti Bis, approvato in consiglio dei ministri il 4 agosto: l'aumento sarebbe dovuto scattare a gennaio 2023 ma, data la situazione economica, con inflazione crescente, l'escutivo uscente ha deciso di accelerare. Il provvedimento ha un costo totale di 1.965 milioni di euro per le casse dello Stato. Saranno interessate le pensioni di ottobre, novembre e dicembre, ma anche la tredicesima.

Come funziona la perequazione

L'incremento sarà fino al 2,2% ed è frutto della somma di due differenti adeguamenti. La parte più sostanziosa (il 2%) è un acconto provvisorio fissato dal governo in base alla previsioni dell'aumento dei prezzi segnalate dalle indagini Istat, l'altra - quella dello 0,2% - è un conguaglio deciso in seguito allo scostamento fra l'inflazione definitiva registrata nel 2021 e quella che era stata ipotizzata a fine 2020 sulla base dei conti Istat (l'1,9% effettivo contro l''1,7% che era stato inizialmente applicato dall'Inps).

A chi spetta

Gli aumenti nelle pensioni riguarderanno circa 22 milioni di italiani: verrà applicato a tutti i trattamenti pensionistici erogati dalla previdenza pubblica, dalle gestioni dei lavoratori autonomi, dalle gestioni sostitutive, esonerative, esclusive, integrative e aggiuntive; le pensioni dirette e a quelle ai superstiti, cioè la pensione di reversibilità e la pensione indiretta, indipendentemente dal fatto che esse siano integrate o meno al trattamento minimo.

Gli esclusi

La rivalutazione dello 0,2% si applica a tutti. C'è, invece, una platea di pensionati che sarà esclusa dalla rivalutazione "anticipata" del 2%. Secondo quanto è stabilito nell'articolo 21 del decreto Aiuti Bis questo aumento verrà riconosciuto solo "qualora il trattamento pensionistico mensile sia complessivamente pari o inferiore all’importo di 2.692 euro”, quindi fino a 35mila euro l'anno. In totale saranno esclusi dall'aumento circa 1,95 milioni di pensionati. L'incremento non viene considerato per l'accesso a tutte quelle prestazioni che prevedono la valutazione del limite reddituale. 

A quanto ammonterà l'aumento

In assenza di specifiche comunicazioni da parte di Inps, che potrebbero arrivare nei prossimi giorni, il meccanismo di perequazione dovrebbe seguire le regole del 2022. Non tutti gli assegni, quindi, aumenteranno allo stesso modo. L'ammontare del ritocco verso l'alto sarà progressivo, in base al trattamento minimo fissato per il 2022 a 524,34 euro. Chi ha assegni più "leggeri", quindi, riceverà qualche euro in più.

Le pensioni di importo mensile fino a 4 volte il trattamento minimo riceveranno l'aumento completo, ovvero del 2,2%. Le pensioni comprese fra 4 e 5 volte il trattamento minimo otterrano una rivalutazione dell'1,98%, conguaglio compreso. Le pensioni che superano di 5 volte il minimo Inps, infine, riceveranno un incremento dell'1,65%, conguaglio compreso. 

Esempi

Una pensione sotto i 2.000 euro verrà aumentata di 22 euro al mese: nei tre mesi di applicazione del provvedimento, quindi ci sarà un "guadagno" di 66 euro complessivi, a cui andrà aggiunta la tredicesima. Una pensione da 2.200 euro (scaglione fra 4 e 5 volte il trattamento minimo) riceverà un incremento di 19,8 euro al mese, in tre mesi quindi 59,4 euro (anche qui va aggiunta la tredicesima). Ultimo caso, lo scaglione superiore 5 volte al minimo Inps (ma fino a un importo da 2.692 euro): qui l'aumento sarà di 16,5 euro, 49,5 euro totali fino alla fine dell'anno (sempre con la tredicesima da aggiungere).