Assunzioni nelle Ferrovie: entro il 2021 mille nuovi posti di lavoro

L'annuncio di Rfi dopo l'accordo con i sindacati. Revocato lo sciopero programmato per il 17 maggio

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Roma, 13 maggio - Buone notizie sul fronte lavoro. Rete ferroviaria italiana entro quest'anno assumerà 1.000 persone, grazie a un accordo firmato oggi in sede sindacale. A dar l'annuncio  il segretario generale della Fit-Cisl Salvatore Pellecchia, che ha anche spiegato che "le figure ricercate saranno tutte inserite nell'ambito di tutto il processo della manutenzione infrastrutture". Dal canto suo l'azienda confemrma l'impegno e, in una lettera inviata ai sindacati, comunica che "per il corrente anno 2021 ha programmato un piano di assunzioni che prevede l'effettuazione di un numero complessivo di ingressi pari a 1000 sull'intero territorio nazionale".

"L'azienda ci ha anche confermato che pianificherà l'internalizzazione di alcune delle attività e acquisterà mezzi d'opera, investendo quindi ad ampio raggio - osserva Gaetano Riccio, coordinatore nazionale Fit-Cisl per la Mobilità ferroviaria -. Di conseguenza lo sciopero programmato per il 17 maggio prossimo è revocato e la trattativa proseguirà serratamente per riorganizzare il modello della manutenzione che ha mostrato evidenti criticità".

"Il risultato conseguito oggi - aggiunge Pellecchia - è un doppio successo, sia perché ancora una volta dimostra che il sindacato è determinante per creare posti di lavoro sia perché le assunzioni saranno tutte dedicate a un tema che per la Fit-Cisl è una priorità assoluta: la manutenzione dell'esistente, in un'ottica in primis di sicurezza per i lavoratori e per gli utenti della rete ferroviaria affidata ad Rfi. Come ha registrato Ansfisa, gli incidenti ferroviari nel 2020 sono paradossalmente aumentati rispetto all'anno precedente pur essendo il traffico in forte calo a causa della pandemia. Per noi come Fit-Cisl 'incidenti zero' non è un'utopia ma è un obiettivo concreto e perseguibile. Al tempo stesso diamo una risposta concreta alle ragazze e ai ragazzi (che sono stati fra i più penalizzati dagli effetti della crisi pandemica) in cerca di 'buona occupazione'".